La Prefettura sul dissesto del Comune di Campione: «Il sindaco dovrebbe dimettersi»

Il caso Angela Pagano sul dissesto: «Studiamo con il Ministero cosa fare». Canesi: «C’è speranza, ma attendiamo le motivazioni della Corte dei Conti»

Campione d’Italia è ancora in dissesto, si tratta di un’eccezione nazionale. L’organo di liquidazione dalla Prefettura paventa un cambio in municipio, mentre il sindaco intravede degli spiragli per migliorare la situazione economica dell’amministrazione comunale. La Corte dei Conti ha respinto il ricorso presentato dal Comune per resistere alla bocciatura del bilancio di riequilibrio. Dopo le elezioni l’ente campionese ha predisposto conti e documenti per cercare di uscire dal dissesto economico, una sorta di fallimento sancito nel giugno del 2018 come conseguenza del crack milionario del Casinò, di cui il Comune era ed è socio unico.

«La prosecuzione del dissesto economico è un unicum – spiega Angela Pagano, dirigente dell’ufficio contabilità e gestione finanziaria della Prefettura di Como, già inviata a Campione d’Italia come commissario straordinario di liquidazione – stiamo studiando anche con il Ministero i prossimi passi da fare, in attesa delle motivazioni della sentenza della Corte dei Conti. È chiaro che un nuovo dissesto peggiorerà i già delicati equilibri. La procedura non dovrebbe condurre automaticamente a un dissesto guidato, quindi a un commissariamento, con la diffida al sindaco e una sua rimozione in caso di mancata dichiarazione. Non dovrebbero esserci obblighi. Ma è chiaro che si apre una riflessione politica sull’opportunità arrivare alle dimissioni».

Pagano è stata incaricata dalla Prefettura di gestire i debiti relativi all’anno 2018. Ora stante il nuovo dissesto occorre pensare anche ai debiti degli anni successivi. «Il Comune nonostante diversi solleciti non ha mai ottemperato al pagamento dei debiti – spiega – per esempio attraverso le mancate alienazioni dei beni immobili comunali. Pesano interrogativi quali gli 87 milioni chiesti dalla Regione a pagamento delle spese sanitarie dei cittadini campionesi fruite in Ticino. La parte italiana è rimasta insoluta, mentre i debiti con la Svizzera sono stati saldati anche attraverso dei fondi ad hoc».

Secondo il sindaco Roberto Canesi la lettura della sentenza potrebbe essere all’opposto incoraggiante. «Mi rimetto al Prefetto con cui mi sono già confrontato – dice Canesi – ma stando alle indiscrezioni in realtà la Corte dei Conti ha respinto il ricorso perché gli stipendi degli ex dipendenti del Comune non sono più a carico dei bilanci dell’amministrazione, bensì vanno in capo all’organo di liquidazione. Questo ci sgraverebbe di un notevole peso, permettendoci di costruire un nuovo bilancio di riequilibrio più sostenibile». Prima del fallimento lavoravano in Comune circa cento dipendenti, poi messi alla porta dopo il crack, che però hanno chiesto per i mesi di lavoro non saldati nel periodo subito successivo al dissesto circa 16 milioni di euro. «Questa è la speranza – dice Canesi – ma in attesa delle motivazioni della sentenza si aprono più ipotesi. Quel che mi preme sottolineare è che il Casinò non subirà ripercussioni. La strada della casa da gioco è slegata ormai da quella del Comune». Dai banchi della minoranza Campione 2.0 Simone Verda e Marco Boffa ricordano di aver chiesto le dimissioni del sindaco un anno fa, quando la maggioranza ha presentato i nuovi bilanci.

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