La protesta della pendolare : «48 euro per restare a piedi»

Maslianico «Pago 48 euro di abbonamento senza certezza di poter tornare a casa»

«Sei di Maslianico? 48 euro per restare a piedi, soprattutto dopo le 19».

Con questo cartello Mara Bianchi ha voluto esprimere tutta la sua rabbia per le corse dei bus cancellate, in particolare nel mese di dicembre e in orario serale, che l’hanno costretta ad aspettare a lungo o a prendere il battello e poi camminare per più di mezz’ora, dopo la giornata di lavoro.

Bianchi vive a Maslianico e lavora in un negozio in centro Como, quindi per lei è comodo sfruttare i mezzi pubblici che però, nell’ultimo periodo, hanno dato parecchi problemi: la linea in questione è la 6, ma non è la sola a soffrire della carenza di autisti.

«La maggior parte delle corse è stata cancellata dalle 19 in poi, orario di rientro dal lavoro - ha spiegato Bianchi - dicono che mancano gli autisti, ma dovrebbero almeno garantire certe fasce. Io devo pagare il battello e farmela a piedi, oppure aspettare un’ora o due, però pago 48 euro ogni mese. Rimango spesso a piedi, alcune mie colleghe hanno dovuto prendere il taxi perché erano passate le 21 e non sapevano come tornare a casa. Non si può lasciare a piedi una persona al freddo e di sera, se succede qualcosa?».

E ha aggiunto: «La settimana prima di Natale, in almeno quattro giorni su sette hanno cancellato corse serali. Passo la giornata senza sapere se e a che ora riuscirò a tornare a casa, è uno stress, una situazione psicologicamente pesante». Asf è consapevole del problema, che coinvolge studenti e lavoratori da tempo: la causa delle recenti cancellazioni, comunque, sarebbe riconducibile a malattia e permessi parentali - o per assistenza a familiari disabili - degli autisti.

«In chiusura dell’anno, l’operatività del servizio urbano di Como ha registrato alcune criticità che hanno inciso sulla regolarità delle corse – ha spiegato la direzione di Asf in una nota - La causa principale di tali inconvenienti è riconducibile all’impetuoso aumento della circolazione virale, che quest’anno ha raggiunto un picco di morbilità tra i più elevati dell’ultimo decennio, colpendo approssimativamente il 15% della forza lavoro. Parallelamente, va considerata l’incidenza significativa dei permessi parentali e di quelli volti a fornire assistenza a familiari disabili. Questi permessi, in sintonia con l’andamento epidemiologico, hanno coinvolto circa il 7% della forza lavoro. Questa congiuntura ha inevitabilmente impattato sul regolare svolgimento del nostro servizio, causando i disagi percepiti dagli utenti».

Ed è stato aggiunto: «È nostro impegno comunicare che stiamo adottando misure concrete per mitigare gli effetti di situazioni simili in futuro, lavorando incessantemente per elevare la qualità complessiva del nostro servizio. Quando tale standard non viene raggiunto proviamo una frustrazione profonda. Ci è ben chiara l’importanza della puntualità e dell’affidabilità nel settore del trasporto pubblico e ogni inconveniente rappresenta per noi una sfida da affrontare con determinazione. La fiducia dei clienti è per noi di fondamentale importanza e ci adoperiamo incessantemente per ristabilire la normalità del servizio e garantire un’esperienza di viaggio più positiva in futuro».

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