L’antica chiesa di Tavernerio sfregiata con lo spray: i vandali lasciano segni indecifrabili

Il caso Scritte e simboli sulla facciata di San Martino e sui pannelli posati sul sagrato. Preso di mira anche quello dell’alluvione con 16 vittime. Paulon: «Incivili, chiedete scusa»

Rabbia in paese per un episodio di vandalismo, che è stato anche denunciato sui social dagli stessi cittadini.

Vandali writers hanno preso di mira con bombolette spray l’area dell’antica chiesa parrocchiale di San Martino, nella parte alta del paese. La chiesa, di origine medievale, è stata per secoli è stato il cuore religioso di Tavernerio. Tuttora la comunità parrocchiale è dedicata proprio a San Martino, anche se l’antica parrocchiale è stata di fatto abbandonata, per le messe e le liturgie, dal 1997.

L’allora parroco, don Silvio Bernasconi, aveva deciso di costruire la moderna chiesa dell’Eucarestia, in quello che era il Pra’ di Boss: una chiesa più grande e molto più ampia per potere ospitare una popolazione che era aumentata parecchio tra gli anni Settanta e Novanta.

Troppo piccola

La chiesa di San Martino era troppo piccola per contenere tutti. San Martino resta però nel cuore dei cittadini: viene aperta in occasione della patronale, l’11 novembre, e molti neo sposi preferiscono sposarsi ancora nella chiesa antica, anche per la sua bellezza naturalista con una visuale bellissima sul Monte Orfano e sulla Brianza sottostante.

Un luogo del cuore, che qualcuno ha pensato bene di deturpare con scritte e firme incomprensibili.

Se da una parte è vero che i writers in molti casi sono dei moderni artisti, da stimare e apprezzare, in questo caso non si capisce davvero il senso di questo gesto che ha sollevato critiche e disapprovazione, sui social e in paese. È stata ritrovata deturpata una parete esterna laterale, tra la chiesa e la canonica.

La storia

In realtà dal Comune fanno sapere che questa scritta c’era già precedentemente. Nel mirino delle scritte, realizzate con bombolette spray, anche i pannelli che sono stati posati sul sagrato che guarda verso la valle. Si tratta di pannelli che ripercorrono la storia stessa del paese attraverso foto e brevi spiegazioni e che permettono a coloro che passano in loco, magari per una passeggiata o per un trekking nella zona pedemontana del Triangolo Lariano (di cui Tavernerio fa parte) di conoscere la storia plurisecolare del paese.

Sui pannelli anche la storia dell’ultimo secolo tra cui l’alluvione tragica del torrente Cosia, che l’8 novembre 1951 causò 16 morti e devastò proprio la zona ai piedi dell’antica chiesa parrocchiale, intorno al ponte di via Vittorio Veneto. Sui pannelli anche la ricostruzione post alluvione e le nuove case costruite in via Risorgimento per le famiglie alluvionate, rimaste senza un tetto.

Nei pannelli anche la storia secolare della chiesa di San Martino e la nascita della nuova chiesa dell’Eucarestia, con l’antistante piazza dedicata alla memoria di don Angelo Benzoni. Ricordi cancellati dalla mano di uno o più vandali.

Il sindaco

«Mi chiedo perché?» questo il tenore dei messaggi dei cittadini sui social e in paese. Anche il sindaco Mirko Paulon esprime sdegno per l’accaduto: «Sono stati pasticciati i pannelli che erano stati installati in occasione del 70esimo anniversario dell’alluvione del 1951. Abbiamo provveduto a rimuoverli: si tenterà di ripulirli e nel caso in cui non sia possibile se ne realizzeranno delle copie. Fa dispiacere sapere che qualcuno per noia imbratti delle testimonianze di una tragedia così significativa per la nostra comunità. Oltre all’inciviltà del gesto, ci troviamo di fronte anche all’ignoranza di un evento così importante e che riguarda la morte di 16 persone fra cui dei bambini di pochi anni. Spero che le persone che hanno compiuto questo gesto si rendano conto di quanto sia vile e e chiedano scusa all’intera comunità».

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