L’attesa in ospedale, l’infarto e la fattura di 30 euro: «Quel giorno ho rischiato di morire»

Montano Lucino Il consigliere Luini è stato contattato dall’ufficio relazioni del Sant’Anna dopo l’articolo pubblicato sulle nostre pagine: «Dicono che stanno valutando di non farmela pagare»

«Dopo l’articolo uscito su La Provincia del 24 marzo, finalmente sono stato contattato telefonicamente dall’Ufficio relazioni con il pubblico (Urp) dell’ospedale Sant’Anna. Mi hanno detto che valuteranno come fare per non farmi pagare i 30 euro dell’accesso al Pronto Soccorso quando sono stato catalogato come codice bianco pur avendo atteso 13 ore per essere visitato dopo aver fatto un infarto».

Michele Luini consigliere comunale di Montano Lucino non desiste dalla sua battaglia per fare chiarezza su quanto gli è accaduto nella mattina del 28 giugno. Il dolore toracico acuto durato circa 40 minuti l’ha portato a recarsi al pronto soccorso del Sant’Anna dove è stato sottoposto ad alcuni accertamenti.

Dopo avere atteso 13 ore ha deciso di tornarsene a casa alle 21.40. Avendo lasciato il pronto soccorso di sua spontanea iniziativa è stato “dimesso” in codice bianco, perché «il paziente ha deciso di abbandonare la sala d’attesa prima di essere valutato dal medico», questa è la procedura che si applica secondo la normativa – come ha fatto sapere Asst Lariana – che prevede che tutti gli accessi in pronto soccorso classificati codice bianco alla dimissione siano assoggettati al pagamento di una quota di 30 euro.

Luini il 20 marzo si è visto recapitare un sollecito al pagamento da parte dell’ospedale, peccato che la mattina del 29 giugno - quella successiva alle 13 ore di attesa al pronto soccorso del Sant’Anna - si sia recato al pronto soccorso dell’ospedale Valduce di Como, dove è stato subito ricoverato in cardiologia e sottoposto a due interventi perché il giorno prima aveva accusato un infarto.

«Dall’Urp mi hanno detto che cercheranno di non farmi pagare i 30 euro, ma che devo capire, è la procedura della Regione – precisa Luini – A questo punto mi chiedo, se dobbiamo rispettare le procedure lo dobbiamo fare tutti e per tutte, comprese quelle sanitarie. Al pronto soccorso del Sant’Anna avrebbero dovuto applicare la procedura e farmi il prelievo che avrebbe attestato la presenza di enzimi che avrebbero evidenziato l’infarto, invece questo non è stato fatto».

Procedure

«Ho rischiato di morire – puntualizza Luini - Sono stato 13 ore di cui metà in piedi attendendo che mi visitassero, una follia e ora mi chiedono di comprendere le procedure burocratiche? È assurdo. Non si può lasciare un infartuato 13 ore in attesa in pronto soccorso. Prima delle procedure burocratiche dovrebbero rispettare le procedure che il direttore sanitario ha firmato e spiegarmi i motivi dei ritardi che hanno posto a grave rischio la mia incolumità»

Nella circostanza il Sant’Anna aveva annunciato un approfondimento da parte degli uffici e l’Urp ha comunicato a Luini che invierà anche una risposta scritta.

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