Le assunzioni al Casinò: «Non ci sono favoritismi»

Campione d’Italia Il sindaco risponde alle critiche avanzate dagli esclusi: «Parenti di amministratori? Non può essere un motivo di discriminazione»

Presunti errori e favoritismi nelle selezioni al Casinò. La polemica infuria, ma per il Comune è tutto regolare. Quanto ai parenti e agli amici riassunti nella casa da gioco secondo il sindaco Roberto Canesi «non possono essere discriminati».

Negli ultimi giorni sono arrivate critiche e denunce contro la casa da gioco di Campione d’Italia riguardo la riassunzione dei dipendenti del Casinò avvenuta l’anno scorso, una volta superato il fallimento.

La replica

Attraverso due esposti alcuni ex lavoratori hanno contestato le prove. Inoltre gli esponenti locali di Fiamma Tricolore hanno fatto notare che tra i dipendenti riassunti figura, per esempio, la moglie dell’assessore Paolo Bortoluzzi, oppure il figlio e la nuora del consigliere di maggioranza Domenico Deceglie e ancora i parenti del consigliere e sindacalista Christian Toini e del collega Matteo Guanziroli, esponente della Uil che ha sempre seguito il concordato. Il segretario del movimento di destra Carlo Russo ha parlato espressamente di «nepotismo clientelare».

«Nell’ambito della propria funzione di controllo il Comune ha ricevuto dal Casinò informative e relazioni sulla selezione dei candidati – così scrive il sindaco Roberto Canesi nel rispondere alle critiche arrivate –L’infondatezza delle affermazioni tendenti a screditare la trasparenza del Casinò è evidente. E’ stato predisposto uno specifico bando. Sono state nominate per le valutazioni due commissioni esaminatrici con persone qualificate. A seguito dei colloqui è stata stilata e pubblicata una graduatoria. Alcuni errori di natura materiale sono stati tempestivamente rettificati. Infine l’allora amministratore unico Marco Ambrosini ha trasmesso l’informativa ai commissari giudiziali del tribunale».

Insomma tutto in regola, sebbene lo stesso Ambrosini abbia sollevato dei dubbi dopo che è stato invitato a lasciare il suo incarico. «In relazione alle ipotesi sollevate circa presunti favoritismi – scrive ancora Canesi – preme osservare che graduatorie a parte, non può certo essere considerata una forma di discriminazione il fatto che il candidato possa essere parente o amico di chi ha svolto o svolge attività di amministratore pubblico o sindacale. Quel che conta è il risultato».

Se i titoli e i punteggi sono all’altezza tanto basta, poco importa se si tratta della moglie o del figlio dell’assessore o del sindacalista. «Il sindaco ha invitato la società Casinò a valutare l’esistenza di eventuali elementi di discredito per l’immagine del Casinò attraverso mezzi di stampa – spiega sempre il primo cittadino - che tendono a pregiudicare e danneggiare arbitrariamente l’azienda. Azienda che sta creando lavoro e occupazioni con riflessi positivi su Campione e sulla provincia di Como e altresì importanti introiti nelle casse dello Stato, senza dimenticare l’impegno assunto per saldare gli ingenti debiti». Prima di pubblicare su queste colonne le accuse sui presunti favoritismi abbiamo chiesto e atteso una posizione ufficiale da parte del Comune.

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