Lite tra fratelli per questione di soldi
Cade l’accusa di tentato omicidio

Via Zamenhof Chiusa l’inchiesta sul fendente che nel febbraio scorso mandò in ospedale un 50enne«Non voleva uccidere»

Como

Il fratello non l’ha colpito per uccidere, ed anche la ferita all’addome – seppure aveva causato un forte sanguinamento – da una perizia medica è risultata essere poco profonda, quindi non con il progetto di togliere la vita. La Procura di Como, con un atto a firma del pm Antonia Pavan, ha chiuso le indagini sulla violenta lite tra fratelli avvenuta il 21 febbraio di quest’anno in via Zamenhof dietro Villa Olmo, vicenda che era stata inquadrata come tentato omicidio e che aveva portato in carcere il fratello che aveva colpito l’altro, Adamo Panone, 50 anni di Como.

Nell’atto che è stato notificato alle parti, l’accusa è stata derubricata da tentato omicidio a lesioni maturate al termine di una lite con il fratello. Una sola coltellata inferta all’addome, in un punto molto irrorato di sangue che uscì in abbondanza. Un colpo che inflisse una ferita penetrante in pancia con una profondità tuttavia compresa tra i due centimetri e mezzo e i tre centimetri e mezzo. La coltellata provocò, secondo la procura, una importante emorragia che rese necessario anche un intervento chirurgico dopo che il fratello, 49 anni residente a Lipomo, era stato ricoverato in ospedale in Rianimazione.

In quel fendente, e nella dinamica della vicenda, la procura non ha tuttavia constatato gli estremi per arrivare a contestare l’accusa ben più pesante di tentato omicidio come era invece avvenuto all’inizio. Il cinquantenne di Como, nell’imminenza della lite finita nel sangue, era stato arrestato e portato in cella, poi scarcerato nei giorni successivi e sottoposto all’obbligo di firma. Il fatto di cui stiamo scrivendo era avvenuto alle 10 della mattina di venerdì 21 febbraio. La vittima era stata trasportata in ospedale al Valduce dallo stesso fratello, uscendo dal palazzo di via Zamenhof in cui era avvenuto il fatto.

Il ferito, come detto, era anche stato operato ed era rimasto ricoverato in prognosi riservata. Il coltello – della lunghezza di 33 centimetri – era stato recuperato e posto sotto sequestro dagli agenti di polizia che erano entrati nell’appartamento dove era avvenuta la lite un paio di ore dopo i fatti, dopo che appunto dall’ospedale era giunta la segnalazione di quell’uomo soccorso con una ferita da taglio in pancia. Da quanto era stato possibile ricostruire nell’immediatezza dei fatti, a scatenare il litigio tra parenti era stata una divergenza di vedute in merito a come il fratello ferito (e più piccolo di un anno) spendesse i soldi.

Quando la polizia – con anche la scientifica – era arrivata nella casa dove era avvenuto il fatto, aveva trovato la cucina e il corridoio puliti, come pure l’arma che si sospettava potesse essere stata utilizzata. Il fratello, secondo quanto aveva riferito la polizia subito dopo i fatti, aveva fin da subito sostenuto di non aver fatto apposta, di non aver colpito il fratello con l’intenzione di fargli del male e che stavano solo litigando. Una versione su cui ora si è allineata anche la Procura con la chiusura indagini non per tentato omicidio ma per lesioni personali.

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