Mercatini, protestano gli organizzatori: «Nessuno ci risarcirà i mancati incassi di domenica»

Il giorno dopoDa Confcommercio agli Albergatori, criticata la scelta di chiudere per la partita. «Il danno? Comprensibile, ma faticoso da sopportare. Non era una finale di Champions League»

Stop al Natale per la partita allo stadio, la domenica senza mercatini fa ancora discutere, l’auspicio è che la città sappia gestire meglio gli eventi soprattutto nei periodi turistici.

La sfida tra Como e Reggina non ha creato particolari pericoli o difficoltà, durante la giornata però le autorità hanno fermato preventivamente le manifestazioni natalizie sia in città che a Cernobbio.

Molto penalizzante

«La premessa è che ogni situazione deve essere valutata in base alle regole di ragionevolezza, per evitare possibili disordini e la paralisi del traffico – così ragiona Graziano Monetti, direttore di ConfCommercio Como –. Però è chiaro che soprattutto in questo periodo pre natalizio cancellare una domenica di mercatini è molto penalizzante. Per gli operatori delle casette come per il resto dei negozianti. È mancato l’indotto, il passaggio dei visitatori. È un danno anche comprensibile, ma faticoso da sopportare. Avere un magnifico stadio in centro città ha dei pro e dei contro di cui si discute da tempo. Ma la partita contro la Reggina onestamente non era una finale di Champions league». È arrivato al Sinigaglia qualche migliaio di tifosi ospiti, ma non si trattava di un tifo organizzato particolarmente agitato, anzi. Erano per lo più persone che abitano nei dintorni e tifano Reggina e che sono usciti normalmente a piedi dallo stadio.

«Rispetto le decisioni delle autorità – dice anche Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi – sicuro che le forze dell’ordine abbiano valutato al meglio i possibili rischi. Con il senno di poi però è scontato auspicare che le feste di Natale e una partita di serie B possano coesistere. Non intendo affermare che è tutto facile, bisogna pensare a come scortare gli ospiti, a come dirigere il traffico. Però Como sotto Natale ha bisogno di essere attrattiva». E invece almeno domenica era quasi tutto mezzo spento. «La mancanza nel capoluogo della Città dei Balocchi si fa sentire indipendentemente dallo stop di domenica – dice ancora Leoni – per noi era un sicuro riferimento durato quasi trent’anni. Il passo però è stato fatto. C’è invece un altro passo di cui si dibatte e che riguarda il Sinigaglia. L’amministrazione comunale e tutte le forze politiche si sono schierate a favore di una ristrutturazione dello stadio, contro invece a un suo trasferimento. Sono d’accordo. Mi chiedo però cosa succederà se mai il Como grazie alla nuova società dovesse vincere e arrivare in serie A. A quel punto dovremo accogliere in centro città la domenica migliaia e migliaia di tifosi ospiti in più».

I veri ultras? Pochissimi

Le autorità hanno chiesto ai Comuni di fermare il Natale non solo per il timore che i tifosi della Reggina potessero dare in escandescenza, ma anche per evitare una paralisi di traffico che non si è comunque vista.

«Gli ultras veri erano pochissimi, ci sentiamo presi in giro – dice Andrea Pellicani, il presidente dell’associazione Arti Libere che ha vinto il bando del Comune per organizzare i mercatini natalizi –. Abbiamo perso incassi che nessuno ci restituirà. Gli espositori dei gazebi in piazza Grimoldi hanno potuto lavorare, come pure le bancarelle del mercato sotto alle mura e a Porta Torre. Solo noi davamo fastidio?». Le ripercussioni sono ricadute anche sui lavoratori. «Serve un coordinamento maggiore – suggerisce Umberto Colombo, segretario generale della Cgil di Como – tra i vari enti per il traffico, tra le autorità per arrivare a scelte di buon senso, ma anche con le società sportive per evitare che i tifosi esagerino. Altrimenti andiamo incontro a conseguenze economiche negative».

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