Natasha non ce l’ha fatta. Vinta dal male a 45 anni

Villa Guardia Due mesi fa aveva perso il papà. Lascia un figlio di 11 anni. Era assistente alla poltrona in uno studio dentistico. «Una donna forte»

Da oltre vent’anni era assistente alla poltrona in uno studio dentistico a Como: addio a Natasha Letizia Gaspardo, detta Nati, morta a 45 anni lunedì all’ospedale Sant’Anna. Ne avrebbe compiuti 46 il prossimo 14 settembre. Dal 2013 lottava contro un tumore al seno. Due mesi fa aveva perso il padre, Valter. Natasha lascia il compagno Claudio Leoni, convivevano dal 2007, il figlio Dorian di 11 anni, mamma Angela e la sorella Daniela. I funerali saranno celebrati oggi, mercoledì 6 settembre, alle 14.30 nella chiesa di Civello.

Il ricordo

La famiglia è originaria di Pordenone, ma lei da sempre vive in paese prima a Castello, poi a Civello e ultimamente a Maccio. Solare, sorridente, al centro del suo mondo c’erano il compagno, il figlio e il lavoro.

Il dottor Remo Pretini, dentista con studio in via fratelli Recchi 14 a Como, traccia di lei il ritratto di una donna forte, capace di mettere a proprio agio i pazienti a tal punto da instaurare un clima familiare. «Lavoravamo insieme da quasi vent’anni – racconta il professionista – L’ho incontrata per la prima volta il 24 novembre del 2004, in precedenza affiancava il collega Ferdinando Canfora, deceduto il 2 novembre del 2004». La voce di Pretini trema per la commozione ma si rasserena quando ricorda: «Mi diceva sempre: «Quando avrò tempo, scriverò un libro “Io e il mio capo”». Voleva riportare i tanti aneddoti di vita trascorsa insieme». Purtroppo non ne ha avuto il tempo.

«Non potrò mai dimenticare il suo modo di essere. Abbiamo impostato uno studio dove il paziente non è solo una persona da curare, ma diventa amico: organizzavano con loro cene di fine anno o prima della chiusura per le ferie d’agosto». C’erano poi le gite settimanali. «Partecipava anche mia madre, Renata Malpenga: lei e Natasha avevano un rapporto speciale. Era stato diagnosticato un tumore a entrambe, a un anno distanza l’una dall’altra. Si sono sostenute e confidate». L’ultimo anno e mezzo la malattia si era fatta sempre più aggressiva. «Le sue presenze erano rare ma importanti». Per Pretini è insostituibile.

«Insostituibile»

«Mi sono fidato sin da subito. La gestione della cassa era nelle sue mani. Io ero il braccio e lei la mente». Una mente capace di creare legami speciali anche con un trapano in mano e il volto nascosto da una mascherina. Lo dimostra il ricordo commosso della paziente Lina Iacomino di Cimnago di Lentate sul Seveso. «Natasha era solare: aveva una risata talmente contagiosa, che anche se non volevi, ridevi anche tu. Era una persona squisita. Non è un modo di dire perché non c’è più, bisognava conoscerla per capire».

Natasha era stata anche a pranzo a casa sua. «L’ultima volta che avevamo parlato, mi aveva confidato che stava provando una nuova cura teoricamente più efficace. La promessa tra noi era che appena sarebbe stata meglio, l’avrei invitata da me. Adorava tutto quello che cucinavo, mangiava di gusto e io ero felice e onorata. Ieri pomeriggio (lunedì 4 settembre) con un messaggio mi hanno informata che era morta».

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