Novità per la chiesa di San Martino: porte aperte ai rumeni ortodossi

Tavernerio Don Paolo Busato: «La curia ci ha chiesto la disponibilità, da valutare tempi e modi». Possibile il comodato d’uso o anche la vendita. «Nell’ultimo anno usata solo per tre matrimoni»

Concedere in comodato d’uso o magari vendere (anche se questo sembra più improbabile), la chiesa vecchia di San Martino alla comunità rumena ortodossa, che ora celebra nella chiesa di San Provino, a Como.

Anche se il termine “vecchia” forse è un po’ improprio, ma per i cittadini e i parrocchiani di Tavernerio la chiesa vecchia è l’antica parrocchiale di San Martino, con alle spalle almeno 500 anni di storia, che venne abbandonata nel 1997 per lasciare spazio alla chiesa dell’Eucarestia.

L’attuale parroco, don Paolo Busato, da un anno alla guida della parrocchia, ha subito comunicato ai fedeli gli incontri e le trattative in corso. Ovviamente l’argomento è delicato e le scelte da compiere non sono semplici, soprattutto per il legame storico e affettivo del paese con la sua parrocchia, che svetta in alto al paese, proprio sopra la nuova chiesa.

L’ipotesi

Il patrono, anche se la chiesa non è più utilizzata, resta San Martino e il campanile, che segna la vita e le ore della comunità, resta ancora quello della chiesa vecchia. Come prevedibile, la notizia, data pubblicamente dal parroco, genera commenti pro e contro: in molti non vogliono la vendita dell’antica chiesa. Il parroco, in piena trasparenza, non si sottrae alle domande e spiega la questione: «Mettiamo subito in chiaro le cose per evitare fraintendimenti: ho parlato coi fedeli di messa a disposizione della chiesa di San Martino – sottolinea don Paolo – Le forme e le modalità sono ancora tutte da chiarire e definire. La richiesta è arrivata tramite la curia vescovile: la chiesa di San Provino dovrà essere sottoposta a interventi e la comunità rumena ortodossa, che, questo lo sottolineo, sono nostri fratelli cristiani, cerca ospitalità. Vorrebbero un luogo di culto, ma anche spazi adiacenti per i loro incontri e le loro attività: la nostra chiesa vecchia si presta perfettamente per la presenza della canonica, anch’essa inutilizzata».

I costi di manutenzione

Sulla possibile vendita, il parroco non la esclude, ma per ora è solo un’ipotesi lontana: «In primis la Soprintendenza e il Ministero della Cultura dovrebbero esprimere un proprio parere e il ministero avrebbe anche il diritto di prelazione – sottolinea il parroco – Poi l’eventuale valutazione del valore della chiesa di San Martino sarebbe sicuramente molto alta e la vedo dura arrivare a un accordo economico per la cessione, mentre è molto più probabile cedere la ex canonica».

Don Paolo ricorda che, per fare qualche numero, lo scorso anno la chiesa vecchia ha ospitato solo tre matrimoni, la messa per la patronale e un concerto. Invita tutti alla riflessione: «I costi di manutenzione e gli eventuali interventi, che nei prossimi anni saranno necessari, spingono a valutare questa ipotesi – chiarisce – Una comunità di fratelli ortodossi, quasi seimila fedeli, che sono integrati nel nostro tessuto sociale locale, credo sia la scelta migliore: utilizzerebbero gli spazi, occupandosi di manutenzione e tenendo vivo un edificio di culto, che ora è lì fermo».

L’argomento ovviamente genera confronto: il sindaco, Mirko Paulon, ha già contattato il parroco per approfondire la questione. Per ora, in attesa di capire concretamente cosa verrà avanti, non intende rilasciare dichiarazioni.

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