Polemiche sulla gestione dei Balocchi: «Bando pubblico ma appena per otto giorni»

Cernobbio Critiche dell’ex sindaco Furgoni e dell’ex presidente Mazza. Nel mirino i passi amministrativi e il costo di 170mila euro per il Comune

A pochi giorni dall’annuncio che Cernobbio ospiterà la ventinovesima edizione della Città dei Balocchi si aprono le polemiche sulla gestione, da parte dell’amministrazione, dell’affidamento dell’incarico per l’organizzazione della kermesse natalizia che si terrà in città dal 7 dicembre all’8 gennaio.

In particolare, l’ex sindaco Paolo Furgoni e Ivano Mazza, ex presidente del consiglio comunale della giunta dello stesso Furgoni, attaccano il sindaco Matteo Monti. Da entrambi, va precisato, nessuna polemica nei confronti dell’evento e dei suoi organizzatori, ma una serie di critiche sui passi amministrativi e autorizzativi da parte del Comune.

L’avviso e la tempistica

Sotto la lente di ingrandimento ci sono gli atti relativi all’avviso pubblico, alla commissione e alla successiva assegnazione.

In sostanza tutto è stato fatto tra il 25 ottobre e il 3 novembre. L’avviso, infatti, è stato pubblicato il 25 ottobre e la scadenza per partecipare fissata per il 2 novembre (alle 12). «Otto giorni per l’assegnazione di un affidamento da oltre 500 mila euro sono decisamente pochi – sottolineano – oltretutto in una settimana in cui c’era anche un ponte e il Comune chiuso. Se qualcuno avesse voluto partecipare come avrebbe fatto anche solo a chiedere informazioni?».

I due chiedono chiarezza. «La commissione che doveva giudicare il bando – aggiunge Furgoni - viene nominata il giorno prima di quando il sindaco annuncia su Facebook l’assegnazione. Su un social, ribadisco, e non in consiglio comunale, dove neanche a domanda risponde. Mi sembra una procedura forzata e la responsabilità è dell’amministrazione. Una decisione di questo tipo avrebbe meritato un approfondimento e una procedura più trasparente». L’ex primo cittadino precisa: «Non ho nulla contro chi organizza la Città dei Balocchi. Confido in loro e nel loro buonsenso, così come in quello del comandante della polizia locale sulle questioni viabilistiche».

Le critiche sono tutte al Comune: «Credo che un amministratore debba seguire certi criteri – dice ancora - che non mi pare siano stati seguiti per quello che si vede, perché purtroppo le informazioni le abbiamo dovute tutte cercare. Non entro nel merito delle scelte del Comune di Como, ma concordo con il sindaco Rapinese nell’aver perseguito l’idea di un bando trasparente».

Il nodo dei costi

Altro aspetto criticato è quello dei costi. Nell’avviso si legge: «il totale dell’apporto pubblico è quantificato in euro 170.300 e il progetto richiesto all’operatore privato deve avere un valore minimo di euro 510.900 (in caso di gestione, in via secondaria e non prevalente di attività commerciali lucrative: ad esempio posa pista di pattinaggio, mercatino di Natale, giostre eccetera)».

Costi elevati, oltretutto in un periodo di crisi, come sottolinea Ivano Mazza: « L’occupazione degli spazi di Villa Erba spa non è gratuito ma sostenuto dal Comune, non solo per 30 giorni ma per 60, visti anche gli allestimenti e i disallestimenti. Se il Comune emana un Avviso per l’occupazione delle aree pubbliche e si accolla la spesa per l’occupazione del Parco di Villa Erba, a cosa servono ulteriori 80mila euro?».

L’ex presidente del consiglio comunale sottolinea anche che nell’avviso non sono previsti sconti o agevolazioni per i residenti. «Il Natale, da oltre duemila anni, cade, tradizionalmente, il 25 dicembre – dice - Pare risibile quindi considerare l’organizzazione di un evento per il Natale quale evento urgente, non prevedibile e assolutamente necessario. Questi sono criteri validi per gli interventi post alluvione o per eventi totalmente imprevedibili». Mazza sottolinea anche come dalle documentazioni è emerso che il Comune aveva già preso contatti con Villa Erba prima dell’avviso a fronte di un operatore interessato.

«Sembra chiaro – conclude - che la necessità di un Avviso pubblico sia stato orientato alla realizzazione di quanto già concordato privatamente, attraverso contatti informali e non cristallizzati da atti. Contatti ampiamente pubblicizzati a mezzo stampa, tanto che era noto al grande pubblico che l’evento sarebbe stato a Cernobbio ben prima dell’apertura dell’unica busta pervenuta in Comune»

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