Rapina alle slot in stile “Casa di Carta”. Ventenne patteggia. L’avvocato: «Si è pentito»

Montano Lucino Aveva indossato la maschera della celebre serie Tv. La fuga a piedi era durata poco, bloccato dai carabinieri

Il suo nome era diventato noto nella storia della cronaca nera nella della provincia di Como, perché lo scorso mese di novembre, in compagnia di un presunto complice che è ancora indagato, indossando delle maschere della popolare serie tv “La Casa di Carta” (quelle che riproducono il volto del pittore Salvador Dalì) aveva rapinato la sala slot “Real Dream” di Montano Lucino. Nelle scorse ore, il ragazzo – che era incensurato e che era stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Cantù – si è presentato davanti al giudice dell’udienza preliminare di Como, Walter Lietti, per patteggiare la pena (non solo per quel colpo ma anche per un’altra precedente rapina) che è stata ritenuta congrua in 3 anni e quattro mesi. Il gup aveva già concesso in precedenza i domiciliari.

Il giovane rapinatore è stato difeso in questi mesi dall’avvocato Alberto Minasi: «Il mio assistito ha dimostrato immediatamente i segni del pentimento per quanto accaduto – ha detto il legale – Il giudice ne ha tenuto conto. Speriamo tutti che possa essere questo un punto di ripartenza, chi sbaglia ha diritto ad avere una seconda possibilità». A finire in manette era stato Mario Rallo, ventenne di Villa Guardia, che era stato bloccato subito dopo il colpo. Il titolare della sala slot “Real Dream” era stato sorpreso alla mattina, di spalle, mentre accendeva il quadro elettrico del negozio posto nel complesso che ospita l’Uci Cinema. Poi i rapinatori gli avevano puntato la pistola alla tempia, costringendo il ventinovenne (cinese, residente a Milano) a spostarsi nella sala dove teneva la cassa con l’incasso del giorno precedente per farselo consegnare. Infine, dopo che fino a quel momento si erano mossi con il volto coperto da un passamontagna e dalla maschera del pittore Salvador Dalì, si erano allontanati scappando a piedi nei campi.

Uno dei due rapinatori aveva fatto poca strada, bloccato in un parco dai carabinieri della caserma di Lurate Caccivio e dai colleghi di Appiano Gentile. Il secondo presunto complice era stato comunque identificato e denunciato a piede libero. Il fascicolo che lo riguarda è tuttavia ancora in fase di indagine. L’attività aveva potuto contare anche su un particolare che alla fine si era rivelato decisivo: una banconota da 20 euro in parte bruciata. Già, perché quando i militari avevano intercettato il ventenne di cui già sospettavano, addosso gli avevano trovato parte del bottino, per la precisione 125 euro e 100 franchi svizzeri dei 1500 euro scomparsi. I franchi svizzeri, proprio come raccontato dal cinese rapinato, erano in tagli da 20 franchi, e tra gli euro c’era anche una banconota da 20 che era in parte bruciata. Rallo aveva da subito collaborato, portando i carabinieri nei campi per recuperare le armi nascoste, ovvero una pistola ad aria compresa e un machete.

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