Rifiuti abusivi in via del Gaggio. «Confiscate beni per 2,2 milioni»

Senna Comasco Chiesta in Appello la conferma delle condanne all’imprenditore Mercuri e ai figli. Identica richiesta per il proprietario dell’area, un geologo e l’ex responsabile dell’Ufficio tecnico

Senna Comasco

Per la vicenda dei rifiuti sepolti nell’area verde di via del Gaggio, la Procura generale presso la Corte d’Appello di Milano, oltre alla richiesta al giudice di confermare le condanne della sentenza di primo grado, ha chiesto anche due ulteriori, pesanti confische. Nei confronti dei tre Mercuri - il padre Antonio e i due figli Massimiliano e Giuseppe -, per un presunto illecito profitto motivato in sostanza da costi di smaltimento più bassi: una confisca da 970mila euro.

Nei confronti di Armando Perlini, proprietario del fondo, per il risparmio che ne sarebbe conseguito riempiendo il fondo non con terra vergine ma con altro: una richiesta di confisca per 1 milione e 212mila euro. Totale: circa 2 milioni e 200mila euro. Il Comune di Senna, parte civile, si unirà alle richieste della procura generale. Che vengono viceversa contestate dai difensori.

L’ultima udienza

È questo l’elemento di novità emerso nel corso dell’ultima udienza d’Appello a Milano. Erano stati tutti condannati in primo grado dal Tribunale di Como i protagonisti della vicenda. Il Comune di Senna, rappresentato dall’avvocato Marina Francesca, ha già ottenuto in sentenza una provvisionale da 80mila euro. Il resto del risarcimento danni - anche di immagine - verrà quantificato in sede civile.

Le condanne in primo grado: 2 anni e 2 mesi per Antonio Mercuri, imprenditore 73enne originario di Giffone ma residente a Socco di Fino Mornasco, già coinvolto nell’ambito dell’operazione Fiori di San Vito, e per il figlio Massimiliano, 49 anni; per il secondogenito Giuseppe, 36enne, 1 anno e 8 mesi; 1 anno e 4 mesi per il proprietario del fondo, Perlini, 69 anni di Senna, agricoltore; 2 anni per il geologo di Settimo Milanese Giorgio Cardin, 57 anni; 2 anni per l’ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Senna, l’architetto Luciano Arcellaschi, comasco, 70 anni, oggi in pensione. Laddove possibile, erano già scattate le sospensioni condizionali della pena. A vario titolo, a seconda del ruolo: diverse interdizioni della durata di un paio d’anni.

I legali delle varie parti esprimono posizioni diversa sulla richiesta del sostituto pg. «Chiederò la conferma delle condanne e aderirò alle richieste del procuratore generale», anticipa, per il Comune di Senna, l’avvocato Francesca.

La difesa

I Mercuri - inizialmente sottoposti a custodia cautelare, da tempo in libertà - sono difesi dall’avvocato Alessandra Colombo Taccani. «L’importo quantificato come ingiusto profitto non è stato assolutamente provato in primo grado - afferma - Ci opponiamo anche all’ulteriore richiesta di confisca, per noi insussistente, sempre che sia legittima. Chiederemo di nuovo l’assoluzione e in subordine la derubricazione in reato contravvenzionale, ai sensi dell’articolo 256 comma 4 del decreto legislativo 152/2006. Non sono nemmeno rifiuti pericolosi. Inoltre mancano gli elementi di organizzazione e l’ingente quantità di materiale». Perlini è difeso dall’avvocato Davide Giudici: anche qui non mancano i dubbi sulla richiesta di confisca. Inoltre: «Chiederemo la riforma della sentenza di primo grado». Si torna in aula a settembre per le conclusioni di parte e a ottobre per la sentenza d’Appello.

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