Sant’Anna, via un altro specialista
«Non c’è rispetto per il nostro lavoro»

Paolo Furgoni, urologo, già sindaco di Cernobbio saluta Como per Gravedona - Dure le accuse contro i vertici dell’Asst Lariana: «Questo ospedale è sempre meno comasco»

Anche Paolo Furgoni se ne va dal Sant’Anna: «Si è creato un clima di disaffezione».

Tre specialisti del reparto di urologia, quasi la metà dell’organico, hanno fatto le valigie dall’Asst Lariana. Furgoni come altri medici ospedalieri lamenta la scarsa serenità che si respira in corsia, un fatto non tanto legato ai difficili anni della pandemia, quanto all’organizzazione dell’ospedale.

«Ritengo di non poter più lavorare in tranquillità – spiega l’ex sindaco di Cernobbio – nel rispetto dei pazienti e della mia professione. Soprattutto perché, al di là delle frasi di circostanza, manca il rispetto del lavoro svolto. Non solo nei confronti dei medici, ma in quelli di un po’ tutti gli operatori, in particolare di chi ha sopportato in questi anni il maggiore carico di fatica. E non è colpa del Covid e degli ultimi due anni di lotta al virus, che pure hanno evidenziato ulteriormente questi problemi. Non è una mera questione di rapporti sindacali, ma di rispetto reale e concreto del lavoro delle persone, che va oltre agli aspetti economici, ai turni gravosi, alla carenza di personale, che è determinante per garantire la cura adeguata alle persone». Secondo Furgoni i sanitari dell’Asst Lariana sono scoraggiati, molti evitano di esprimere i propri pensieri per il serpeggiante timore delle direttive aziendali. Furgoni lavora al Sant’Anna da 14 anni e cesserà dal servizio dal 16 marzo, pronto a spostarsi all’ospedale di Gravedona. Inutile ricordare che Furgoni, urologo comasco, è anche impegnato sul fronte politico, democratico già sindaco a Cernobbio oggi è il più votato dei componenti del consiglio provinciale. Dal reparto di urologia se n’è già andata la specialista Vanessa Lancini e da aprile se ne andrà anche Emidio Cretarola , collega in forze al Sant’Anna dagli anni novanta.

Non sono gli unici medici che hanno lasciato l’ex azienda ospedaliera, basti pensare a Cesare Guanziroli , noto internista e geriatra. Per problemi di reperimento mancano risorse per esempio tra i radiologi interventisti o nel reparto di pronto soccorso. C’è una fuoriuscita anche di infermieri. «Sono preoccupato per l’ospedale di Como – commenta ancora Furgoni – che di Como purtroppo ha sempre meno. Non basta cambiare i titoli e mettere dei cartelli nuovi per rinnovare le offerte di cura». Furgoni fa riferimento ad una posizione spesso succube della sanità comasca rispetto a quella varesina, con l’Ats dell’Insubria che governa dal vicino capoluogo ed ha progressivamente abbandonato Como.

Tanti politici e Comuni comaschi hanno invocato una nuova indipendente Ats Lariana, ma tutto è finito nel dimenticatoio. L’urologo comasco si riferisce poi alla recente riforma sanitaria regionale, che porterà a costruire nell’ex ospedale di via Napoleona un casa della comunità, con medici di famiglia e un ospedale della comunità a guida infermieristica con venti massimo quaranta posti letto.

Quando Furgoni sperava in un centinaio di posti per rilanciare la cittadella della salute ed aumentare la capacità dei letti ospedalieri che nella nostra provincia è sotto la soglia per numero di abitanti.

Un obiettivo definito come strategico anche dalla direzione dell’Asst Lariana.

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