Sequestrati beni per sette milioni. Le finte società avevano sede a Luisago

Il caso Nei mesi scorsi i patteggiamenti per reati tributari nel settore di pulizie e trasporti. Ora la confisca di ville con piscina, immobili, contanti, moto, orologi e gioielli di marca

La vicenda penale si era chiusa mesi fa con una serie di accordi ratificati dal giudice. Pene fino a cinque anni di carcere e centinaia di migliaia di euro confiscati e tornati nelle casse dello Stato. Ora, quelle confische – per oltre sette milioni di euro – sono state portate a termine dalle fiamme gialle di Como coordinate dalla Procura della Repubblica, che hanno messo le mani nelle disponibilità patrimoniali del sodalizio che era dedito alla commissione di molteplici reati tributari nel settore della fornitura di manodopera, delle pulizie, del facchinaggio, dei trasporti e della logistica, al servizio della grande distribuzione organizzata. L’indagine del nucleo di polizia finanziaria e del Gruppo della Guardia di finanza di Como, aveva riguardato complessivamente 17 società cooperative e una srl create nell’arco di 7 anni. Di tutta questa galassia societaria, però, stando all’accusa soltanto due, una srl e un consorzio, erano vere. Le altre realtà, tutte cooperative, avevano invece il compito di permettere alle prime, accollandosi i dipendenti e emettendo false fatture, di abbattere gli oneri fiscali e quindi non pagare le tasse. Le società cooperative finite nel mirino erano composte da una lunga serie di sigle ed avevano quasi tutte sede a Luisago (ben quindici) mentre solo due erano di Milano.

Già il giudice aveva disposto in fase di indagine il sequestro preventivo di 7 milioni 725mila euro, riferiti ai reati tributari, pari all’ammontare complessivo del profitto ritenuto essere maturato in modo illecito. Il gup infine, aveva disposto la confisca di tutti i beni sequestrati a carico degli undici imputati che hanno patteggiato la pena, pari a svariate centinaia di migliaia di euro. Ed ora, come detto, la finanza è passata all’azione sottoponendo a confisca definitiva in favore dello Stato due compendi aziendali nel Comune di Cadorago, due ville di pregio con piscina a Grandate e Lurago Marinone, dieci immobili in provincia di Como e Brescia, ventotto rapporti finanziari con una giacenza complessiva di 461.061 euro, quote societarie, due autovetture utilitarie, due moto Harley Davidson, denaro contante per 333.648 euro, due orologi di marca Rolex e Bulgari, gioielli di marca Chanel, Gucci e Bulgari e infine un anello con diamante Trilogy. La sentenza è nel frattempo – infatti – divenuta irrevocabile. «L’attività svolta – ha comunicato ieri la finanza nell’informare delle confische – trae abbrivio dall’esecuzione, in data 21 giugno 2022, di perquisizioni locali e personali nei confronti di 21 persone fisiche e 19 persone giuridiche (residenti e aventi sede in Lombardia, Piemonte, Lazio, Campania e Calabria) e di misure cautelari personali (di cui 9 custodie cautelari in carcere), nonché del contestuale Decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per complessivi 7,7 milioni di euro». L’accusa era stata quella di aver messo in piedi un clamoroso giro di false fatture attraverso l’utilizzo di società cooperative false che ruotavano attorno alle due capogruppo “Consorzio Polo Servizi in breve PDS” e “A&P srl Pulizie e Sanificazione srl”. Erano stati oltre 80 i capi di imputazione contestati.

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