Covid nel Comasco
Da marzo 10 morti al giorno

Finalmente rallenta la crescita di vittime in provincia: a maggio “solo” il 25% in più. Ad aprile era oltre l’80%. Nella prima metà dello scorso mese a Bellagio ed Erba il dato peggiore, ma in 66 Comuni i decessi sono stati di meno

In poco meno della metà dei comuni comaschi i decessi, nella prima metà di maggio, sono calati se messi a confronto con la media registrata, nello stesso periodo, nei cinque anni precedenti. Se c’è un dato, sopra ogni altro, che per la prima volta da marzo consente di ritrovare un po’ di ottimismo nella battaglia contro il maledetto virus, è sicuramente questo. E cioè che per la prima volta, dallo scoppio dell’emergenza, esistono realtà dove l’effetto Covid è già sparito.

Certo, il dato complessivo elaborato dall’Istat (che tiene conto, dunque, dei numeri ufficiali provenienti dalle anagrafi comunali) evidenzia ancora un incremento del numero di vittime, rispetto alla media dei cinque anni precedenti, anche nelle prime due settimane di maggio, ma si tratta di un incremento (a livello provinciale) di circa il 25% contro quello superiore all’80% del mese di aprile (il più tragico sul fronte dei decessi). E in ogni caso, anche a fronte di un deciso rallentamento dei lutti, il Covid è costato nella nostra provincia, dall’1 marzo al 15 maggio, una media di 10 vite ogni giorno.

Frenata che fa ben sperare

Una frenata, però, c’è ed è evidente. La città di Como è un esempio: dall’1 al 15 maggio si sono registrati solo 3 decessi in più (pari al 7%) rispetto alla media dei cinque anni prevedenti. Un dato particolarmente positivo, soprattutto se confrontato con aprile, quando le vittime in più erano state 71 (+85%) a marzo (50 in più pari al 60%),

Frenata, importante, anche a Cantù sul fronte dell’incremento dei decessi: +13% nella prima metà di maggio, erano stati +135% ad aprile.

Tra i comuni che continuano a registrare dati molto differenti rispetto al passato, balzano all’occhio quelli che ospitano delle case di riposo. A Bellagio, ad esempio, a maggio ci sono state 10 vittime, con un incremento pari a ben il 400% confronto agli anni precedenti; a Beregazzo con Figliaro tre morti contro uno solo nelle prime due settimane di maggio (e ad aprile l’incremento era stato superiore al 300%); ad Albese con Cassano: +66% nella prima metà di maggio, dopo un aprile da +190%.

Migliora invece la situazione ad Asso: nessun decesso in più, dopo l’oltre il 100% di crescita tra marzo e aprile; lo steso vale per Sala Comacina: 3 decessi con un aumento del 36%, quando ad aprile era stato del 400% e a marzo del 122%. Tra i Comuni più grandi quello che ancora registra numeri ben oltre la media è Erba: +107% ( si è passati da 8 a 17 morti nella prima metà di maggio) dopo un aprile da +177% (da 20 a 56 vittime). Segna invece un calo nei decessi (seppur minimo, -5%) Mariano Comense.

Numeri sottostimati

Il dato Istat aggiornato al 15 maggio parla di un numero complessivo di vittime in più dall’1 marzo, rispetto alla media degli anni precedenti, di 786 persone verosimilmente uccise dal Covid. Al 15 maggio i numeri ufficiali parlavano di 563 decessi. Il che significa che i numeri reali, in una provincia tutto sommato risparmiata dalla piaga virus (se confrontata con altre letteralmente martoriate), sono superiori del 40% rispetto ai dati ufficiali accertati dalle autorità sanitarie regionali.

L’aggiornamento Istat conferma anche che le vittime del Covid sono soprattutto i pensionati: su 786 persone in più morte quest’anno in provincia, 700 di loro avevano oltre 65 anni. E confermato anche un incremento nel numero degli uomini deceduti: le vittime di sesso maschile sono aumentate del 70% quelle di sesso femminile del 60%.n 

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