Paura, lezioni online e lavoro da casa
Sui bus il 45% di passeggeri in meno

I numeri cittadini sono i peggiori, sulle tratte extraurbane il calo è tra il 35 e il 40%. L’azienda: «Prezzi invariati, ma spese più alte. I mezzi sono sicuri»

In città sui bus c’è il 45% dei passeggeri in meno. Il bilancio di Asf alla ripresa dell’anno scolastico e lavorativo, nella difficile era del Covid, non è roseo. La paura del contagio avrà certo convinto più di qualcuno a trovare altri mezzi per raggiungere la scuola. Gli ingressi e le uscite poi per molte classi sono ancora scaglionate e le lezioni per buona parte sono online. In più lo smart working su alcuni settori produttivi ha lasciato a casa una fetta di lavoratori.

Capienza ridotta e più corse

«I numeri rilevati alle corse in questo momento non sono positivi – fa sapere Asf in una nota - a livello di utenti, infatti, rispetto allo stesso periodo del 2019 si sta assistendo ad un netto calo. Sicuramente a partire dal mese di giugno dopo il lockdown c’è stato un incremento dei viaggiatori. Anche se purtroppo dopo una parziale ripresa la situazione sembra ora non voler migliorare. Il quadro è paradossalmente più confortante sulle linee extraurbane, dove comunque il calo di utenti è del 35-40%. Il bilancio più negativo è però quello dell’area urbana, che vede, rispetto al 2019, un calo dei viaggiatori pari al 40-45%». Asf per far fronte alle necessità in particolare del mondo della scuola come promesso ha potenziato alcune linee in difficoltà.

Sui bus, come da disposizioni governative e regionali si possono occupare tutti i posti a sedere e fino all’80% dei posti in piedi. Inizialmente sono state rafforzate le linee dell’alto lago, la C12 tra Porlezza e Menaggio e la C19 tra Dongo e Morbegno. Poi anche la C80 tra Cantù e Monza, la C74 tra Como, Uggiate e Valmorea, la C75 che va da Rodero al capoluogo e infine la C47 che va da Como a Casatenovo fino a Merate. All’inizio dell’anno scolastico i vertici di Asf avevano assicurato di poter potenziare per urgenze fino a venti corse sul territorio con risorse interne.

Gli autisti alla guida delle linee extraurbane in arrivo la mattina per la scuola spiegano che alle porte della città devono saltare a volte le ultime fermate perché già al massimo della capienza permessa. Ed è anche vero che molti genitori non hanno comprato ai loro figli l’abbonamento annuale perché c’è ancora incertezza sull’andamento del contagio, perché l’alternanza delle classi con le lezioni a distanza fa risultare più conveniente il settimanale. E poi c’è qualcuno che, tempo permettendo, in città va al Giovio o al Volta a piedi, in bicicletta o in motorino.

In calo anche i parcometri

«Se il prezzo di biglietti e abbonamenti è rimasto invariato – spiega ancora Asf - rispetto allo scorso anno, i costi per l’azienda sono aumentati notevolmente, basti pensare alle sanificazioni». A tal proposito Asf tiene a sottolineare che «non ci sono controindicazioni sull’utilizzo dei nostri mezzi: sono sicuri». Tutti in automobile allora? Non è detto, l’impatto dello smart working potrebbe essere ancora incisivo. Como Servizi Urbani infatti fa sapere che tra autosilo, parcometri e abbonamenti a settembre si è registrato il 4% di incassi in meno rispetto allo stesso mese del 2019.
S. Bac.

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