Valfresca, il furto è doppio
Due case svaligiate, bottino: 35mila euro

Polizia al lavoro sullo strano caso di un assalto alla vigilia di Ferragosto - Malviventi a colpo sicuro: scassinate le casseforti degli appartamenti

Como

Due furti a colpo sicuro, all’interno di altrettanti appartamenti di una abitazione in Valfresca, via XXVII Maggio, tra Como e San Fermo. Bottino: circa 35mila euro tra denaro contante, preziosi, oro, gioielli di famiglia. Con un comune denominatore: in entrambi i casi i malviventi hanno preso di mira le casseforti, entrando a colpo sicuro in camera da letto, come se già sapessero cosa cercare e dove cercarlo.

L’episodio risale allo scorso 13 agosto, ma se n’è avuta conferma soltanto nelle ultime ore, a margine delle indagini condotte dalla polizia.

Gli agenti erano intervenuti su segnalazione di una donna provvista delle chiavi di una delle due abitazioni, la quale - assenti i proprietari - avrebbe dovuto provvedere al gatto di casa.

Usciti sul balcone per rilevare la presenza di tracce utili sulla porta finestra forzata per penetrare all’interno, gli agenti si sono accorti di una seconda, identica effrazione, ai danni di un’altra finestra ma dell’appartamento accanto.

Hanno così potuto verificare il secondo furto, in tutto e per tutto identico al primo: camera da letto, cassetta di sicurezza, soldi e preziosi. Il resto dell’abitazione apparentemente in ordine, la sensazione che i ladri sapessero cosa cercare e dove cercarlo. Alla scientifica della squadra mobile - dopo il primo sopralluogo delle volanti - il compito di rilevare la presenza di eventuali impronte, ma pare che non ce ne fossero. È stato ritrovato un solo attrezzo, un flessibile buttato su un letto, sicuramente utilizzato per avere ragione delle casseforti.

I due furti di via XXVII Maggio seguivano peraltro di un paio di giorni una incursione in tutto e per tutto analoga, messa a segno in una abitazione di Albese con Cassano, dove una banda di almeno tre persone - viste da un vicino di casa - si è presa tutto il tempo necessario a scassinare anche in quella circostanza una cassaforte senza troppo curarsi né dell’allarme che andava all’impazzata né della disperazione della proprietaria di casa barricata al piano terra dietro a due porte blindate, atterrita dai rumori e dalle urla.

Il comune denominatore tra i furti è uno: chi ha rubato - a Como così come ad Albese - sapeva molto probabilmente cosa cercare e dove trovarlo, a meno di non voler dare credito all’intervento di un’improbabile buona stella.

Sui due casi comaschi indaga la squadra mobile della polizia, su quello di Albese procedono invece i carabinieri.

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