Gli svizzeri vanno in bici. Perché la “mobilità dolce” è la strada verso il futuro

I dati Una forte spinta è dovuta alla pandemia, che ha cambiato le abitudini. Ma il fenomeno sempre essere consolidato, come confermano i censimenti

Un’evoluzione in pedalata continua e che viene aiutata da una serie di iniziative. Ma a dare una spinta alle biciclette, e in realtà in generale alla mobilità dolce come viene chiamata, quindi sulle due ruote ma anche a piedi, è stato anche il periodo della pandemia.

L’Ufficio di statistica del Canton ticino ha documentato l’evoluzione della domanda di trasporto di persone in Svizzera e in Ticino a partire proprio dall’impatto del virus. Con il distanziamento sociale e anche con un diverso approccio alla questione ambientale, qualcosa si muove, seppur non di corsa. Anzi l’emergenza sanitaria si è rivelata un piccolo terremoto sulle modalità di trasporto.

Come si cambia

Si vede che la domanda complessiva di trasporto ha vissuto una drastica contrazione rispetto al 2019, passando da 132.491 a 105.363 milioni di persone-km, con un calo del 20,5%. Il peggio è toccato al settore ferroviario che ha raggiunto il 37,6%, nei trasporti pubblici su strada la riduzione è del 27,1% e nel traffico automobilistico del 18,1%. Al contrario, gli spostamenti nel settore della mobilità dolce sono aumentati del 3,2%. Da una parte la cattiva notizia per l’ambiente è che la quota di mercato dei trasporti pubblici nel complesso è scesa dal 20 al 15,9%.

Ma si guarda avanti, a come potrebbe e dovrebbe evolvere la situazione.

«L’incremento complessivo della domanda nello scenario di base è ipotizzato nell’ordine dell’11% rispetto all’anno di riferimento del 2017, declinato in modo differenziato secondo il vettore di trasporto: +29 % per i trasporti pubblici, +47% per la mobilità ciclo-pedonale e +3% per il traffico motorizzato individuale».

Nei dettagli, «la ripartizione modale vedrebbe un incremento della quota dei trasporti pubblici (dal 20,9 % del 2017 al 24,4 prospettato per il 2050) e della mobilità dolce (dal 6 all’8,1%) mentre la quota del trasporto motorizzato individuale si contrarrebbe dal 73,1 al 67,6%)».

Le differenze

C’è però da essere realisti. La mobilità dolce ha vissuto progressi continui negli ultimi dieci anni, il ritardo accumulato rispetto ad altre realtà d’oltralpe è però ancora grande. L’idea è di spingere sui programmi ideati nei prossimi anni nei quattro agglomerati del Cantone per risalire questo gap.

Resta il fatto che in Svizzera nel 2020 la mobilità dolce con le sue prestazioni persona-chilometro ha raggiunto quota 8.444.000.000 e il tasso di crescita pari a 3,2% è il più elevato degli ultimi vent’anni.

Dal 1998 la progressione è molto pronunciata per la ferrovia, la cui domanda aumenta fino al 2019 poco meno dell’80%, fino alla frenata del Covid; quella dei trasporti pubblici su strada sale del 41%, quella della mobilità dolce del 31% mentre quella del traffico motorizzato individuale sfiora il 35%. Il parco veicoli è del resto cresciuto del 38% circa.

Anche nella panoramica cantonale su mobilità e trasporti, si mette a fuoco peraltro che negli ultimi anni la bicicletta (elettrica e non) ha riacquistato popolarità, e questo sia per il tempo libero sia per gli spostamenti pendolari: in Ticino vi fa ricorso il 28,3% della popolazione.

Il fenomeno è stato preso sul serio anche metodologicamente. Infatti, per monitorare l’andamento dell’utenza, lungo i percorsi ciclabili regionali e nazionali sono posizionati dei contatori che rilevano il numero di bici in transito.

Per fare degli esempi, nel 2020, la punta massima giornaliera è spettata a Locarno (Ponte sulla Maggia) il 1°settembre: 3.821 transiti. Sempre questo contatore ha rilevato la media annua più alta: 1.433 transiti giornalieri. Ci sono poi contatori per i quali si dispone di una serie storica consistente, distribuita anche in anni lontani, quelli di Arbedo-Castione (transiti giornalieri medi 506; +37,6%) e Giubiasco (571; +27,2%), ecco qui si sono registrati gli incrementi più importanti rispetto al 2019. I due picchi pendolari principali sono alla mattina e alla sera; altri due sono meno incisivi ma interessanti, in zona pausa pranzo e vicino alle scuole. Maggiore domanda, ma anche offerta: la rete ciclabile ora si dirama per 365 chilometri e a questi dovrebbero esserne aggiunti altri 200 entro il 2030.

Insomma, il Ticino guarda agli anni che verranno e le municipalità stanno sviluppando piani che accelerino l’avanzata della mobilità dolce.

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