Un anno ancora positivo, ma le imprese ticinesi sono preoccupate per il futuro

L’inchiesta La Camera di Commercio ha interpellato più di 300 aziende. Con risultati soddisfacenti per il presente, un po’ meno per il domani

I livelli d’attività delle aziende ticinesi restano elevati nel 2023, per cui si è riusciti a resistere anche in un momento storico provato dalla guerra e da uno scenario di profonda incertezza in tutto il mondo. Ma nel 2024 non si hanno prospettive di una crescita significativa e anche sugli investimenti c’è una certa prudenza.

È quanto emerso dall’annuale inchiesta congiunturale tra i soci della Camera di commercio ticinese, con 305 aziende di tutti i rami economici. Ed è comprensibile considerando gli anni rapidamente cambiati con le loro dinamiche in cui ci stiamo muovendo.

I conflitti

Nonostante appunto si stia chiudendo un anno delicato con ulteriori scosse dopo quello della pandemia e dello scoppio della guerra in Ucraina, si possono definire buoni i risultati per le imprese ticinesi. Dato importante, con un ulteriore elemento di disturbo: ovvero la forza del franco. Non è riuscito a minare la stabilità dell’universo economico.

Insomma, per il 40% delle aziende l’andamento del 2023 è stato sufficiente, per il 35% buono e per il 2% eccellente. Non ti si discosta né dal 2022, né da quanto ci si aspettava per questo anno. Ma è interessante come i primi dati a parziale conforto di questo quadro siano quelli che esprimono per eccellenza la fiducia nel futuro: gli investimenti.

Il loro livello vede un lieve aumento rispetto al 2022 (dal 44% al 46% la percentuale di imprese che ha investito sul territorio). Ciò significa un prezioso segnale di ripresa rispetto agli anni segnati dalla pandemia in cui ci si muoveva con maggiore incertezza. Vero è che si sta assistendo all’erosione dei margini da diversi anni, ma non sembra avere un effetto negativo finora sulle aziende, sulle loro attività, sugli stessi livelli occupazionali.

Altro elemento chiave, l’autofinanziamento. È questo dato che mette in luce la salute delle aziende e la diagnosi è confortante. Nel 2023 è stato stabile rispetto allo scorso anno: il 33% delle imprese lo reputa buono e il 37% soddisfacente.

Lo scenario

A questo punto, le previsioni per il 2024 - al netto di nuovi, imprevisti accadimenti sullo scenario internazionale – sono nel segno di una sostanziale stabilità. Il 76% delle imprese prevedono un andamento da sufficiente a buono nel primo semestre del 2024 e più cauto per il secondo semestre. Un calo degli investimenti potrebbe verificarsi in virtù di questa incertezza l’anno prossimo, diventerebbe preoccupante se venisse confermato nei fatti. Proprio perché il mondo economico del Cantone ha dato un segnale importante investendo nonostante tutto lo scorso anno e si spera venga mantenuto. In questo momento ragionare a medio e lungo termine diventa più difficile, considerando il veloce mutare degli eventi e il loro impatto sull’economia.

Con affari caratterizzati da segno positivo nel 2023, anche per le aziende esportatrici con tutta la tempesta perfetta del franco, nei prossimi sei mesi ci si attende una certa stabilità. Il 38% delle aziende prevede un’evoluzione sufficiente e la stessa percentuale opta per il buono.

Lo spirito positivo si attenua con il tempo. Infatti, per il secondo semestre del 2023, le previsioni sono di un’evoluzione soddisfacente per il 41%, sì, però l’andamento buono scende leggermente, al 35%.

Un altro metro significativo che consente di capire il contesto e i suoi movimenti riguarda allora i valori del margine di autofinanziamento delle aziende. Questo si conferma identico rispetto allo scorso anno, con il 70% delle imprese che giudica positivamente il margine di autofinanziamento (37% soddisfacente, 33% buono).

Come si preannunciava a, c’è una leggera ripresa degli investimenti, tornati ai livelli del 2019. Ma per il 2024 soltanto il 42% delle aziende prevede investimenti, con maggiore freno nel secondario. Ci sono ragioni precise per questo atteggiamento rilevato nell’indagine. Si prevede il rallentamento dell’edilizia e preoccupano le tensioni internazionali, oltre al franco. Le imprese più grandi sono anche quelle più ottimiste.

Stabilità è parola chiave per l’occupazione nel Canton Ticino. Degno di nota a questo riguardo l’aumento dell’effettivo nel settore secondario segnalato dal 35% delle aziende. Il 2024 a questo punto vede prevalere la stabilità per il 79% delle imprese, che non pensano di dover prendere provvedimenti di riduzione.

Mentre sul fronte dei salari, il 70% delle aziende dice di aver già concesso aumenti nel 2023.

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