«La franchigia ridotta non avrà conseguenze». Parola di industriale

La testimonianza Ercole Salvioni, presidente dell’azienda di arredamento spiega perché la qualità dei prodotti vale più delle tassazioni statali

La diminuzione della franchigia, se il Consiglio federale decidesse di varare la riduzione da 300 a 150 franchi del limite di esenzione dall’IVA per chi fa acquisti fuori dalla Svizzera, non avrà ripercussioni per alcuni settori i cui prodotti resteranno sempre appetibili per prezzo e per qualità.

È il caso del settore dell’arredamento.

Ercole Salvioni, presidente della società Salvioni spa con sede a Milano e presidente della Salvioni Lugano SA con sede a Lugano ha un osservatorio privilegiato dei comportamenti dei suoi clienti italiani e svizzeri.

«In merito alla paventata diminuzione della franchigia ritengo che il provvedimento, se venisse adottato, non avrà un impatto sul nostro business in quanto nel settore dell’arredo di alta gamma – spiega l’imprenditore - i prezzi erano già ampiamente superiori anche rispetto alla franchigia precedente, quindi non ci aspettiamo che il cambiamento influisca sul comportamento della clientela».

L’analisi

Salvioni, lavorando anche in Svizzera, può analizzare pure un’altra situazione che condiziona l’economia svizzera e italiana, il cambio franco svizzero-euro con la moneta svizzera che in questo momento è molto forte.

«Da sempre il tasso di cambio ha una certa influenza sulla nostra attività: con un franco forte rispetto all’euro i potenziali clienti potrebbero pensare di trovare convenienza in acquisti oltrefrontiera. Per contrastare questo fenomeno – spiega Salvioni - abbiamo deciso di puntare ancora di più sulla qualità del servizio, come abbiamo sempre fatto. In particolare, i clienti che acquistano in Italia con destinazione Svizzera possono incorrere in problematiche in fase di consegna e montaggio, effettuati a volte da operai non sempre specializzati e non registrati: la nostra realtà ha invece effettuato importanti investimenti per poter garantire una logistica specializzata localizzata direttamente in Svizzera.

Minore afflusso

«Si può notare comunque - aggiunge - un minore afflusso di clientela in negozio nel corso degli ultimi mesi, fortunatamente compensato dai molti rapporti continuativi che siamo riusciti ad instaurare negli anni con una clientela ticinese molto fidelizzata».

Altro tema con il quale anche le imprese italiane che hanno sedi in Svizzera si stanno confrontando in questo periodo è la recente richiesta dei politici svizzeri di tutelare la manodopera locale rispetto a quella frontaliera.

Una questione, questa, che anche per Salvioni, come per molti datori di lavoro, non è importante come la competenza delle maestranze, slegata dalla loro origine: «Nel nostro organico in Svizzera abbiamo sia dipendenti ticinesi che frontalieri italiani. In fase di selezione del personale cerchiamo di non operare distinzioni sulla base della nazionalità, ma di basarci sulle caratteristiche e le competenze dei singoli candidati, indipendentemente dalla loro provenienza. Il nostro è comunque un mestiere per il quale hanno molta importanza le relazioni e il rapporto personale con la clientela, per cui tendiamo spesso a privilegiare la selezione di personale che abbia un forte radicamento nella realtà luganese».

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