Tutte le richieste di asilo esaminate in 24 ore: ecco il modello Zurigo

Il dibattito Secondo la Sem gli arrivi dal Nord Africa sono calati del 70%. Ma c’è chi crede sia soltanto l’effetto di normali fluttuazioni stagionali

In Svizzera è già stato ribattezzato come il “modello Zurigo”, la cui applicazione - come vedremo - interessa da vicino anche il confine tra Comasco e Ticino (Basso Mendrisiotto, nel dettaglio).

E questo perché secondo i dati forniti dalla Segreteria di Stato della Migrazione (la Sem), gli arrivi di migranti dall’Africa nord-occidentale da novembre a oggi sono diminuiti del 70%. Merito della procedura rapida posta in essere dal neo consigliere federale Beat Jans che avrebbe chiesto e ottenuto di esaminare le procedure legate a questa tipologia di richieste d’asilo nell’arco delle 24 ore.

I risultati

E il risultato, secondo quanto riportato all’emittente “Srf “ dal portavoce della Sem sarebbe legato a doppio filo a una diminuzione consistente degli arrivi. La procedura “h24” rappresenta una prima assoluta in Svizzera e il perché di tutta questa attenzione per ciò che accade a Zurigo sta nel fatto che il consigliere federale Beat Jans ha annunciato l’introduzione di un meccanismo analogo anche a Chiasso entro fine aprile, per poi estenderlo a tutti i centri federali d’accoglienza.

Il calo degli arrivi dai paesi del nord Africa è da ricondurre al fatto che, con procedure così rapide, la “destinazione” Svizzera sarebbe diventata meno attrattiva.

Ecco perché a Chiasso - dove la convivenza tra i circa 400 migranti oggi ospitati nel Basso Mendrisiotto (sino a qualche tempo fa erano oltre 600) e i residenti resta sempre problematica - si guarda con grande fiducia a quanto posto in essere a Zurigo.

Botta e risposta

In realtà, secondo quanto riferito da “Srf” in generale gli arrivi dai Paesi del Maghreb sarebbero diminuiti in tutta la Svizzera del 40%. Segno che le dinamiche migratorie stanno mutando a fronte dei nuovi scenari internazionali - oltre che delle regole d’ingaggio introdotte sul “modello Zurigo” - con la frontiera “sud” e dunque il nostro territorio nel ruolo di spettatore interessato.

In realtà questa nuova procedura non è parsa convincere chi si occupa da anni di migranti. Il portale Ticinonews.ch ha intervistato la direttrice dell’Organizzazione di aiuto svizzero ai rifugiati, Miriam Behrens, la quale ha rimarcato come il numero di domande sia in realtà diminuito semplicemente a causa delle fluttuazioni stagionali, aggiungendo che il vero banco di prova sarà rappresentato dai mesi estivi, quando il flusso dei migranti dovrebbe riprendere massicciamente in contemporanea con l’arrivo della bella stagione.

«C’è il rischio di prendere decisioni affrettate, con sole ventiquattro ore di tempo per decidere», ha fatto sapere Miriam Behrens.

A Chiasso c’è grande attesa per le decisioni che andrà ad assumere entro fine mese (stando alle voci rimbalzate da Zurigo) il Consiglio federale ed il neo consigliere Beat Jans, che ha visitato il Centro per richiedenti asilo della cittadina ticinese di confine lo scorso 20 febbraio. All’esponente del Governo guidato nell’anno in corso da Viola Amherd, le autorità locali hanno fatto presente la necessità di garantire il massimo supporto per rendere nuovamente pacifica la convivenza tra richiedenti asilo e residenti, citando i quasi 600 interventi di polizia effettuati nel 2023, con almeno un paio di episodi di micro-criminalità che i migranti ospitati nel Basso Mendrisiotto hanno commesso in riva al Lario. E che, ovviamente, hanno creato problemi di convivenza. A seguito delle tensioni che si erano registrate nei mesi scorsi, il Consiglio federale aveva già provveduto da parte sua ad aumentare la sicurezza sia all’interno che all’esterno dei centri per richiedenti asilo, nel tentativo di mitigare il più possibile i conflitti sociali.

Ora non resta che aspettare anche nel Mendrisiotto l’applicazione della procedura delle 24 ore, che potrebbe avere ripercussioni anche sulle nostre dinamiche di confine legate ai tentativi di entrare illegalmente in Ticino.

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