Abusi sessuali sulla figliastra di 10 anni. Finisce in carcere, ma lui nega tutto

Porlezzese Ordinanza di custodia ai danni di un cinquantenne. I sospetti della moglie per una foto sul cellulare

Un uomo residente nel Porlezzese, italiano cinquantenne, è stato arrestato in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari di Como, Walter Lietti, su richiesta del pubblico ministero Alessandra Bellù. Non possiamo fare il nome, a tutela della vittima del reato contestato che – stando a quanto sostenuto dall’accusa – è tra i più odiosi esistenti, l’abuso nei confronti di una bambina di 10 anni figlia del primo matrimonio della moglie attuale dell’arrestato.

La vicenda (tra l’altro) è fortemente indiziaria e nasce da una denuncia che era stata presentata proprio dalla donna nei primi giorni di marzo. Su quell’iniziale racconto i carabinieri della stazione di Porlezza, che coprono tutto il territorio del Ceresio, si erano mossi cercando di verificare quanto era stato segnalato. Una indagine portata avanti con il coordinamento della procura e che si è conclusa, per il momento visto che la difesa sta ancora battagliando contestando le accuse, con l’arresto dell’uomo.

A pesare, in questa vicenda, è soprattutto una foto che a gennaio la moglie aveva visto nel telefono cellulare del marito. Uno scatto in primo piano sulle parti intime dell’uomo con la presenza anche della mano di una bambina. La donna, aveva sospettato che le parti intime potessero essere del marito, e la mano quella della figlia nata dalla sua prima relazione. Uno choc, per la signora, che ne aveva chiesto conto al compagno che tuttavia aveva sempre negato ogni coinvolgimento in quella brutta storia, di quelle che purtroppo non sono infrequenti ma di cui si fa sempre fatica a scrivere.

La psicologa della scuola frequentata dalla piccola aveva poi confermato alcuni segni di disagio nel comportamento della bambina, compatibili con il trauma subito. La moglie, non potendo sopportare un tale peso, aveva poi riferito i suoi sospetti ai carabinieri dando il via all’indagine che ha portato in carcere il marito, accusato dei presunti abusi nei confronti della minore. Lui, anche di fronte al giudice firmatario dell’ordinanza, ha sempre negato tutto. Avrebbe anche riferito elementi anatomici e particolari fisici che non sarebbero compatibili con la foto. Le indagini sono tuttavia ancora in corso e coperte dal più assoluto riserbo.

Nel corso della perquisizione domiciliare che i militari dell’Arma avevano fatto, era stato però analizzato il telefono in questione – sequestrato – trovando al suo interno anche una seconda foto ritenuta di carattere pedopornografico, fascicolo quest’ultimo che è finito però nel tribunale competente di Milano.

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