Addio all’alpino Poncia. Testimone della battaglia di Nikolajewka

Gravedona ed Uniti Il 27 dicembre avrebbe compiuto 101 anni . Era tra gli ultimi reduci della campagna di Russia. Domani i funerali a Consiglio di Rumo

L’intero territorio altolariano si mette sull’attenti e saluta per l’ultima volta l’alpino Carlo Poncia, 101 anni da compiere il prossimo 27 dicembre, uno degli ultimissimi testimoni viventi della Battaglia di Nikolajewka. Se n’è andato in punta di piedi in un giorno freddo, ma sicuramente di un freddo nemmeno paragonabile a quello che aveva provato ottant’anni fa nella sacca del Don, dove si consumò una delle più tragiche pagine di guerra per il nostro Paese.

La ritirata

Lui era uno degli alpini del Battaglione “Morbegno” chiamati a sfidare l’Armata Russa con la 2^ Divisione alpina tridentina. Le Penne Nere avrebbero dovuto agevolare una ritirata di per sé già drammatica nel gelido inverno russo. Il nemico aveva bloccato ogni via di fuga e i soldati italiani, combattendo eroicamente, riuscirono ad aprirsi un varco, anche se la battaglia fu terribile: più di 40 mila uomini, infatti, rimasero indietro, morti nella neve perché mal equipaggiati, dispersi o catturati. Se ne salvarono 13 mila e, tra loro, c’erano anche Carlo Poncia e suo fratello Lucio. «Ho trascorso quattordici terribili mesi in Russia, dal giugno del ’42 al settembre del ’43 – raccontava il testimone locale di quei tremendi giorni – . Il rancio era costituito per lo più da bucce di patate, ma la morte in faccia l’ho vista soprattutto a Nikolajewka, in mezzo al gelo e alla tormenta, con pochi stracci addosso. Dopo la tragica battaglia non si vedeva più nemmeno la neve: a terra c’erano solo sangue e un ammasso di corpi senza vita».

Anche lui rimase ferito a una gamba da una scheggia di mortaio ed ebbe la fortuna di essere curato da una famiglia russa che lo accolse; prima di riuscire a rientrare in Italia dovette sperimentare anche la prigionia in un campo di lavoro in Germania, vivendo esperienze ancora ai limiti della sopravvivenza. Nell’aprile del ’45, ironia della sorte, venne liberato proprio dai russi. Originario della frazione Taiana, aveva sempre fatto parte del Gruppo Alpini di Consiglio di Rumo, anche se da tempo risiedeva a Gravedona.

Riconoscimento

Lo scorso anno aveva tagliato traguardo del secolo di vita in concomitanza dei cento anni delle Penne Nere del paese e a lui erano stati resi i meritati onori. A dispetto dell’età e delle esperienze vissute, Poncia godeva ancora di ottima salute e fino a pochi anni fa si muoveva ancora con la sua Fiat Panda per sbrigare le commissioni quotidiane. I funerali dell’”ultimo eroe di Nikolajewka” si svolgeranno domani alle 15 nella parrocchiale di San Gregorio, a Consiglio di Rumo.

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