Allarme psichiatri: a Como manca il 30% di medici specialisti

Sanità All’Asst Lariana in servizio 56 alla fine del 2022 ma il fabbisogno stimato è di almeno 78 camici bianchi. Fraticelli: «Servono incentivi per trovare nuove leve»

Manca il 30% degli psichiatri e per questo è necessario difendere i servizi per la salute mentale.

Nel Comasco il dipartimento di Psichiatria fatica a trovare nuovi specialisti, garantire il ricambio tra fuoriusciti e pensionamenti è sempre più complicato. La capillarità sul territorio è a rischio. A fine anno in servizio all’Asst Lariana nel dipartimento di Salute mentale c’erano 56 medici, il fabbisogno nel 2023 stima occorrano almeno 78 specialisti, significa poter contare esattamente sul 29% in meno dei camici bianchi necessari.

Dimensioni nazionali

Il problema, di dimensioni nazionali e relativo a tutto il comparto della sanità, è di sicuro più pressante nei territori più periferici, per esempio sul lago. Senza la rete della salute mentale però il pericolo è dover far fronte a problemi non solo sanitari, ma anche di tipo sociale.

«Come coordinamento nazionale stiamo cercando di aprire un dialogo – racconta Carlo Fraticelli, primario del dipartimento di Salute mentale dell’Asst Lariana fino a dicembre scorso– per trovare nuove leve. Incentivi economici per stimolare i giovani oppure fare concorsi aggregati su più Asst e più province per offrire una turnazione su tutti i territori. Altrimenti, per restare qui in Lombardia, tutti gli psichiatri sceglieranno di lavorare ad esempio a Milano, mentre nessuno si proporrà per coprire le aree più distanti». La stessa dinamica si ripropone nella sanità locale anche nel Comasco, i più scelgono il Sant’Anna e rifiutano le posizioni più “periferiche”, per esempio a Menaggio.

Un altro problema storico riguarda la neuropsichiatria infantile, reparti che si fanno carico anche dei crescenti bisogni di cura delle tante giovani ragazze anoressiche e bulimiche, la cui età è però ormai inadatta per essere intercettata dalle pediatrie. Servirebbero più esperti e una diversa organizzazione del lavoro. «In questo momento storico dobbiamo serrare i ranghi – dice Fraticelli – ci sono poche risorse, manca il turn over. Occorre fare capire a molti sindaci della provincia che non è più possibile garantire ovunque la stessa capillarità. La salute mentale non è un solo reparto in ospedale, punto. Oltre alla Psichiatria del Sant’Anna ci sono i centri provinciali, a Cantù, ad Appiano Gentile, sul lago e in città. C’è la Neuropsichiatria infantile che segue tantissimi bisogni, comprese le difficoltà d’apprendimento e le patologie più gravi che interessano i bambini. C’è tutta la partita delle dipendenze. E, come ovvio, più è ampia l’offerta e più c’è bisogno di presidiarla. C’è bisogno di capitale umano, di medici».

Dopo il pensionamento di Fraticelli all’Asst Lariana ha preso il suo posto temporaneamente Raffaella OIandese. La dottoressa, colonna portante del settore delle dipendenze, è appena andata in pensione anche lei dopo quarant’anni di servizio. Farà altri dodici mesi da volontaria.

Tanti rischi

«Senza la presenza estesa dei servizi di salute mentale – spiega Olandese - verranno a crearsi problemi non più di ordine solo sanitario, ma ricadute saranno anche sociali. Psichiatria e dipendenza se non seguite possono generare comportamenti potenzialmente al limite».

© RIPRODUZIONE RISERVATA