Altro che mille giorni alla Variante: un assalto al gazebo delle firme

Tremezzina, da un lato la richiesta per la Regina di fermare i mezzi pesanti a Laglio e Griante. E dall’altro l’appello a rilanciare i lavori della nuova strada

Tremezzina

Seicento firme in tre ore, quasi 1.500 dall’inizio della consegna dei moduli a Municipi (una trentina) ed esercizi pubblici. E’ questo il primo bilancio di una giornata - quella di ieri - che ha visto il primo gazebo, promosso in mattinata al mercato di Lenno, in cui accanto alla raccolta firme per istituire un posto fisso a Griante (Cadenabbia) e Laglio per impedire ai mezzi pesanti di imboccare le strettoie è stata formalizzata una seconda raccolta firme, legata alla possibilità di utilizzare «l’impiego dei materiali di stoccaggio degli scavi (il riferimento è al cantiere della Variante della Tremezzina) per finalità utili al territorio, come la realizzazione di parcheggi o banchine».

Due problemi distinti ma complementari, quella della Statale Regina che non sopporta più i volumi di traffico e della Variante che procede a passo di lumaca. Altro che mille euro alla fine dei lavori, come pomposamente assicurato il 22 marzo 2023 al momento della consegna del cantiere.

La raccolta firme che ha preso le mosse dalle parole pronunciate lunedì al nostro giornale dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ospite della “Festa del Lagh” promossa dalla sezione di Lezzeno della Lega.

«E’ stata una partecipazione davvero numerosa. In tanti hanno firmato le due petizioni chiedendo interventi risolutivi sia per la viabilità lungo la Regina che per il destino dei materiali di scavo della Variante, il cui trasporto e conferimento impatta comunque con le dinamiche della Regina e di chi vive e lavora lungo questo tratto di statale - rimarca il sindaco di Griante, Pietro Ortelli - Seicento firme in tre ore sono davvero un risultato importante, segno di quanto queste problematiche siano sentite ed attuali».

Al gazebo di ieri mattina era presente anche la capogruppo di “SiAmo Tremezzina” Monica Bordoli, che via social aveva invitato qualche ora prima dell’iniziativa promossa a Lenno «a sostenere l’iniziativa legata alla viabilità lungo la Regina», con annesso invito a firmare. A Lenno, accanto al sindaco di Griante, c’era anche l’ex senatore della Lega, Armando “Mandell” Valli. «E’ una battaglia che riguarda tutto il lago. Da qui la mia presenza a Lenno - le sue parole - La gente chiede risposte che nelle due petizioni sono ben delineate. Quella di oggi (ieri, ndr.) è stata una risposta importante del territorio. Viabilità e variante vanno di pari passo. Il ministro Giorgetti sabato ha ben descritto una situazione fatta di norme troppo rigide e di opportunità legate ai materiali da conferire a lago purtroppo sin qui non sfruttate».

La giornata di ieri ha anche registrato un duro comunicato della capogruppo comasca del Partito Democratico alla Camera, Chiara Braga, dal titolo quantomai esplicativo ovvero «il Governo Meloni è indifferente ai destini della Variante della Tremezzina».

«Non si spiega in altro modo il voto contrario sull’ordine del giorno, a mia prima firma, sulla Variante della Tremezzina nel Dl Infrastrutture - le parole di Chiara Braga -. Una decisione incomprensibile e offensiva nei confronti di cittadini, amministrazioni locali e operatori economici che da anni chiedono con forza il completamento di un’opera strategica, attesa da decenni». Nel dettaglio, l’ordine del giorno chiedeva «l’istituzione immediata di un Tavolo tecnico permanente come “Regia di cantiere» con le istituzioni locali e le rappresentanza economiche e sociali nonché «il potenziamento delle misure per la sicurezza e la viabilità sulla statale Regina» oltre «ad interventi urgenti sul trasporto pubblico locale e via lago, insieme alla definizione di un piano complessivo per la mobilità sostenibile sul Lario in vista delle Olimpiadi 2026».

Tra i primi commenti a sostegno della nota della deputata dem c’è da registrare quello del sindaco di Tremezzina Mauro Guerra che ha stigmatizzato il vostro contrario del Governo con una laconica dichiarazione via social ovvero «hanno votato contro questa richiesta».

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