Assistenza domiciliare, l’ora della verità: «Fisioterapisti, infermieri, operatori sociosanitari: c’è bisogno di loro»

Valle Intelvi L’Ats Insubria affida da oggi il servizio all’Anffas di Grandola, ma non mancano le preoccupazioni. Il direttore Bottazzi: «C’è bisogno di operatori. Speriamo di riuscire ad affrontare tutti i casi con le forze attuali»

La preoccupazione resta nonostante le rassicurazioni di Ats Insubria sul servizio domiciliare per circa una novantina di pazienti del territorio.

Oggi scatta la nuova fase del servizio visto che, come è noto, non sarà più effettuato dalla San Giacomo di Dizzasco dopo la decisione di rinunciare a quanto fatto per tanti anni con professionalità e umanità, come hanno testimoniato i tanti pazienti in questi giorni.

L’intervento

Da oggi, primo marzo, le consegne o almeno una parte di esse, sono passate all’Anffas (associazione nazionale mamiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) di Grandola ed Uniti, onlus molto radicata sul territorio per la cura e l’assistenza ai soggetti affetti da disabilità, accreditata al servizio.

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«Abbiamo garantito il nostro apporto - conferma Massimo Bottazzi, direttore della struttura di Grandola - e per questo abbiamo mobilitato tutte le nostre forze disponibili. Fisioterapisti, infermieri, operatori sociosanitari sono pronti a intervenire».

Ma Bottazzi ha colgo l’occasione «per lanciare un appello. C’è bisogno di questi operatori. Come Anffas siamo disponibili per l’assunzione immediata. Con il distretto di Menaggio c’è molta collaborazione. La speranza è che con l’organico disponibile e con eventuali nuovi arrivi si possa garantire il servizio con continuità e in maniera capillare. Un grazie va a tutti gli operatori che dalla San Giacomo sono passati all’Anfass».

Monitoraggio

Speranza e auspicio condiviso anche dagli amministratori del territorio informati da tempo sulla situazione. «Stiamo monitorando il problema - conferma il sindaco di Cerano Oscar Gandola referente dei sindaci all’Ats- Il distretto è molto attento e attivo al problema che si è venuto a creare con la rinuncia della San Giacomo. Ripeto, auspichiamo che tutti i pazienti, nessuno escluso, possa continuare ad avere la necessaria assistenza domiciliare».

La conferma che l’associazione di Grandola sarà presente e fornirà l’assistenza in Valle è arrivata anche dalla famiglia di Cassiano Forini di Ponna. «Sia da Menaggio che da Grandola sono arrivate garanzie che non saremo abbandonati- ha detto Sergio Colombini, cognato di Cassiano- Avremo lo stesso infermiere che ha curato Cassiano in questi anni».

Resta l’invito a contattare il distretto Asst di Menaggio ufficio Suv/Adi per effettuare il cambio dell’ ente erogatore al numero 0344-33.337 oppure alla mail [email protected]. Tuttavia resta il dubbio che in questa fase di transizione ci sia personale sufficiente per intervenire su tutte le esigenze. Asst Lariana afferma che «il passaggio di consegne è già in corso, la maggior parte dei cittadini ha già ricevuto tutte le informazioni necessarie e con i prossimi giorni saranno perfezionati gli ultimi adempimenti. Per quanto riguarda, invece, l’aiuto per l’igiene personale, l’assistente sociale dell’azienda sociale Centro Lario e Valli che svolge il servizio sociale a Schignano), ha già attivato le necessarie procedure per la prosecuzione del servizio, in quanto tale attività non rientra tra quelle previste dall’Adi».

Non trasportabili

L’ Adi, l’assistenza domiciliare integrata, è stata introdotta a tutela della salute con decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 29 novembre 2001. Ancora ieri è stato confermato da parte di Ats Insubria che il servizio Adi sarà garantito.

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