Bellagio, «Marco nel cielo più blu»
A Lecco l’addio al paracadutista

Anche gli amici del Bellagio Skydiving allo stadio per salutare la vittima della tragedia di Cremona

Il feretro al centro dello stadio Rigamonti Ceppi di Lecco con il paracadute poggiato accanto. Mamma Paola, papà Tino, il fratello Costantino e la compagna Giovanna e i parenti più stretti nel gazebo posizionato a pochi metri.

Lì accanto, tra le corone di fiori, due immagini in primo piano di Marco sorridente e un maxi schermo su cui per tutta la cerimonia si sono alternate fotografie che lo ritraevano con gli amici e intento a fare ciò che amava. Originario di Lecco, paracadutista, fotografo e videomaker, Marco Pietro Rossi, 35 anni a maggio, di Valgreghentino, ha perso la vita sabato proprio mentre stava vivendo la sua passione nei cieli di Cremona. Sabato 6 febbraio, allo stadio Rigamonti-Ceppi di Lecco, in 500 hanno preso parte alla cerimonia funebre di Pescegatto, Catfish o Ines, questi i suoi soprannomi da paracadutista. Tra loro tantissimi giovani con cui era cresciuto e gli amici di Lecco, Bellagio e Cremona con cui condivideva la sua passione.

A celebrare il rito il cugino frate francescano Fra’ Guido: «Prendo in prestito le parole di Marco – ha detto - Diceva sempre che quando si lanciava dall’aereo non usciva dal portellone ma stava entrando in cielo. Ed è verissimo: paradossalmente sabato non ha chiuso gli occhi, ma è entrato nel grembo della vita e dell’amore di Dio». Agli amici di Pescegatto Fra’ Guido ha chiesto due gesti: «Il nostro compito è far vivere ancora Marco, la sua dolcezza, la sua bontà, il sorriso, l’altruismo, la sana follia che c’è nella passione del paracadutismo che avete anche molto di voi. Allora tatuiamoci le sue iniziali oppure del suo soprannome in modo che ci ricordi di far rivivere le sue virtù. E non dimentichiamoci della sua famiglia». Infine si è rivolto direttamente a Marco: «Da sabato scorso hai due ali affinché tu possa continuare a volare, a essere il nostro angelo custode. Vola il primo possibile ad abbracciare e confortare i tuoi genitori. E cerca di essere quell’angelo che ci orienta nella vita»La famiglia e gli amici paracadutisti hanno poi voluto ricordare il suo carattere generoso. Al termine della cerimonia mamma Paola ha disegnato un cuore sul feretro, la compagna Giovanna vi ha soffiato sopra bolle di sapone e i familiari e gli amici più cari hanno decorato la bara, su cui è stata posta anche una rosa rossa.

(Stefano Scaccabarozzi)

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