
Cronaca / Lago e valli
Venerdì 09 Maggio 2025
Bufera di neve sorprende i runner. Salvati dai soccorritori
Plesio Marito e moglie partecipavano alla Lake Como Ultra Rail: lei ha rischiato di morire
Plesio
Se sono salvi lo devono soltanto a una macchina dei soccorsi che ha saputo fare miracoli. Due runner milanesi, che stavano partecipando alla Lake Como Ultra Trail, una maratona competitiva di tre giorni sulle montagne che costeggiano il lago di Como con partenza e arrivo a Lecco, hanno rischiato di morire nella notte tra giovedì e venerdì sulla cima del Monte Brignone dove, tra mezzanotte e l’una del mattino, sono stati sorpresi prima da una violenta grandinata e quindi da una bufera di neve. Dopo ore gli uomini del Soccorso Alpino li hanno portati a valle, semiassiderati ma salvi.
L’arrivo della tempesta
L’allarme, come detto, è scattato dopo la mezzanotte di giovedì. I due corridori, marito e moglie, stavano affrontando il punto più alto di tutto il tracciato di gara, quello che supera i 2000 metri del Monte Brignone, nella tappa tra Garzeno e Plesio. La Lake Como Ultra Trail è una competizione durissima, una corsa in montagna di 250 km da percorrere in tre giorni e mezzo, iniziata da Lecco nel tardo pomeriggio di mercoledì.
Il percorso degli atleti è stato confermato nonostante le previsioni meteo fossero tutto tranne che rassicuranti. I due runner protagonisti del soccorso in extremis, nel cuore di una notte di tempesta, alla partenza da Garzeno attorno alle 21 evidentemente hanno pensato di riuscire ad arrivare indenni alla tappa successiva e, dopotutto, nessuno degli organizzatori ha deciso di fermare la gara o di cambiare il tracciato. Il fatto è che, subito dopo la mezzanotte, il maltempo li ha sorpresi nel posto peggiore possibile: una settantina di metri sotto la croce del Brignone. L’allarme al 112 e poi alla centrale operativa della stazione Lario Occidentale Ceresio del Soccorso Alpino (i cui volontari hanno lavorato tutta la notte con il supporto delle squadre di Menaggio e Dongo del Cnsas) è scattato quando mancava poco all’una.

I due coniugi erano stati sorpresi dalla pioggia, diventata grandine e subito dopo neve. Da Villa Guardia è decollato l’elisoccorso del 118. Il pilota Dario Arzaroli, espertissimo delle nostre montagne, ha tentato invano di raggiungere la vetta del Brignone. Nel frattempo, a Valle, il capo stazione della Lario Occidentale Ceresio, Lorenzo Peschiera, e un giovane volontario si preparavano per partire verso la vetta. L’elisoccorso li ha caricati e li ha portati fino al limite massimo consentito dalla nebbia: quota 1600 metri.
Qui, grazie a un pericoloso ma perfettamente riuscito hovering (l’elicottero appoggia un pattino sul terreno per consentire all’équipe di scendere, mentre il pilota tiene immobile il velivolo) i due volontari del Cnsas sono sbarcati e hanno cominciato a salire verso la vetta. In meno di sessanta minuti, nonostante il buio, la nebbia e la neve che ha cominciato a scendere (in quota ha messo 10 centimetri in poco più di un’ora), hanno raggiunto i due coniugi, entrambi over 50.
Il salvataggio
I due, che avevano magliette termiche per la corsa e pantaloni a pinnocchietto, erano semicongelati, stesi a terra e abbracciati per farsi caldo. Soprattutto la donna era completamente priva di energie. Non avrebbero superato la notte, in quelle condizioni. I soccorritori avevano portato con sé indumenti caldi, il pluriball (la plastica con bolle d’aria che si usa per imballare pacchi fragili e che è utilissima per conservare il calore corporeo) e un thermos capiente di bevanda calda molto zuccherata.
I runner hanno così ripreso le forze. Anche la donna, coraggiosamente, ha reagito agli stimoli dei soccorritori e si è messa in piedi per affrontare la discesa. La speranza era di raggiungere Sant’Amate a quota 1600 e risalire sull’elicottero, ma i tentativi di far riavvicinare il velivolo sono falliti: nel frattempo la nebbia era ulteriormente calata.

La centrale del Soccorso Alpino aveva però, per ogni evenienza, mobilitato le jeep. Ed è con i fuoristrada che i due coniugi sono stati portati a valle dove le ambulanze li hanno caricati e portati in ospedale a Gravedona, dove sono arrivati dopo l’alba.
Ieri pomeriggio i due erano ancora ricoverati, ma entrambi salvi e fuori pericolo. Devono la vita alla professionalità e alla preparazione di una macchina dei soccorsi che non li ha abbandonati, anche se ha dovuto lavorare in una notte da missione impossibile.
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