Bullismo e pestaggi contro i disabili: davanti al giudice scelgono il patteggiamento

Menaggio La sentenza del Gup per gli episodi emersi nell’inchiesta iniziata nel dicembre 2019. Sei le vittime delle angherie. Disposti lavori di pubblica utilità in cooperative sociali o all’Anffas

Hanno scelto la via del patteggiamento, con pene comprese tra un minimo di 8 mesi e 20 giorni e un massimo di un anno, 10 mesi e 20 giorni, i giovani che erano stati identificati e indagati dai carabinieri della Compagnia di Menaggio e dal pubblico ministero Giuseppe Rose per una serie di atti di bullismo, danneggiamenti, minacce e pestaggi che avevano messo nel mirino coetanei e anche disabili.

Le pene

Un accordo che è stato ratificato dal giudice dell’udienza preliminare Carlo Cecchetti, e che ha previsto anche un percorso psicologico per l’elaborazione degli errori commessi e 60 ore a testa di lavori di pubblica utilità in cooperative sociali oppure all’Anffas.

Federico Fraquelli, 23 anni di Menaggio, ha così patteggiato un anno, 10 mesi e 20 giorni, Demis Ratti (23 anni di Porlezza) un anno e sei mesi, Gabriele Dell’Era (22 anni di San Siro) un anno, Franko Ndoci (22 anni di Menaggio) un anno e dieci mesi, Matteo Maria Falotico (25 anni di Menaggio) un anno, Klisman Marticanaj (24 anni di Menaggio) un anno e tre mesi, Paolo Barelli (21 anni di San Siro) otto mesi e venti giorni. I ragazzi sono stati assistiti in questo percorso processuale dagli avvocati Giuseppe Sassi, Massimo Di Marco, Luisa Bordeaux, Nuccia Quattrone, Ernestina Lancetti e Maruska Bassi.

Il giudice, nel motivare la ratifica dell’accordo sulla pena raggiunto in queste settimane con la procura di Como, ha sottolineato come a carico degli imputati ci fossero «plurimi elementi di responsabilità». Gli indagati erano tutti incensurati – tranne uno che aveva avuto un guaio per una guida in stato di ebbrezza – ma protagonisti, dopo i brutti episodi che li hanno visti coinvolti, di un «positivo contegno processuale» e soprattutto «del riconoscimento del disvalore delle condotte» messe in atto.

I giovani erano invece stati definiti dalla Corte di Cassazione come un «branco» capace di reati «di notevole gravità» le cui vittime erano persone «in condizioni di disagio e di minorata difesa», compresi disabili presi di mira anche con azioni «preordinate».

La sospensione della pena patteggiata sarà condizionata, da quanto è stato possibile apprendere, alle ore svolte dei lavori di pubblica utilità in cooperative sociali oppure all’Anffas, l’Associazione nazionale delle famiglie di persone con disabilità intellettiva o relazionale.

L’inchiesta

L’inchiesta dei carabinieri di Menaggio aveva preso il via nel mese di settembre del 2019 quando un lavapiatti straniero era stato aggredito sulla Regina e colpito con un’ombrellata alla testa da un’auto in transito, mentre pedalava sulla sua bici.

La Procura - l’indagine è stata coordinata dal pubblico ministero Giuseppe Rose - aveva ordinato la perquisizione a casa di giovani sospettati. I carabinieri avevano sequestrato gli smartphone nella cui memoria erano stati trovati video che avevano portato ad accuse ben più gravi.

Con atti di presunto bullismo cominciati - secondo l’accusa - fin dal 2017 quando un disabile era stato preso di mira dalla banda.

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