Cinghiali inseguiti dall’auto in un prato. Tre cuccioli presi in pieno e uccisi

Bene Lario La macchina è entrata a forte velocità nel terreno privato, mirando agli animali. Conseguenze penali per l’autore, si analizzano le telecamere. Indagini della polizia provinciale

È un episodio dai connotati inquietanti quello su cui sta cercando di fare piena luce la polizia provinciale. Episodio avvenuto sabato notte (se n’è avuta conferma ieri) e che, nel dettaglio, riguarda l’incursione in un terreno privato di un’auto a forte velocità con un motivo ben preciso, ovvero speronare una famigliola di cinghiali. L’impatto è stato violentissimo tanto che tre cuccioli hanno perso la vita seduta stante, uno in particolare letteralmente dilaniato per lo schiacciamento del veicolo.

Un episodio reso ancor più spregevole dal fatto che la femmina di cinghiale si sarebbe resa conto di quel che stava accadendo cercando di guadagnare con la cucciolata una zona protetta. Non è escluso che altri cuccioli o la stessa femmina madre, rincorsi a più riprese, possano essere rimasti feriti nella scorribanda.

La vicenda

La vicenda l’indomani di buon mattino è giunta all’attenzione degli agenti di Villa Saporiti, che hanno così dato corso alle indagini del caso, non prima di aver recuperato i tre cuccioli schiacciati dal veicolo nell’area prativa danneggiata dai solchi provocati delle ruote del veicolo, provvedendo poi allo smaltimento delle carcasse dopo i prelievi di rito per la Peste suina africana.

Sin qui la cronaca dell’accaduto, che non può essere in alcun modo giustificata dall’avanzata imperiosa dei cinghiali su quasi tutte le aree del territorio, anche per il fermo della caccia di selezione nel Comprensorio delle Prealpi Comasche, con almeno 300 abbattimenti che rispetto allo scorso anno mancano all’appello. La vicenda rischia di avere pesanti strascichi sia di natura amministrativa che di natura penale.

Al momento la strada seguita è quella della bravata animata da futili motivi. Insieme all’ammenda (salata) per tale fattispecie di illecito, l’autore o gli autori di questo gesto dovranno fare i conti con il codice penale e in particolare con il reato di maltrattamento di animali e di caccia con uso di mezzi non consentiti per il prelievo venatorio. Il tutto sicuramente amplificato dalla crudeltà del gesto.

Danni

Le indagini della polizia provinciale - come rimarcato dal comandante Marco Testa - proseguono senza sosta, utilizzando anche le telecamere del sistema di videosorveglianza presenti in zona. Dai video potrebbero emergere quei fotogrammi utili ad isolare la vettura che ha compiuto questo gesto davvero incommentabile. Vettura che potrebbe aver subito danni derivanti dall’investimento dei cinghialetti o dal fondo sconnesso dell’area prativa interessata dall’incursione.

Di sicuro nelle prossime ore se ne saprà di più, fermo restando che nella sequela di episodi (il riferimento diretto è in primis al bracconaggio) che hanno coinvolto i cinghiali e in generale gli ungulati mai se n’era registrato uno di questa portata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA