Cinque mesi per una cartella clinica: «Mi serve, ma sto ancora aspettando»

Gravedona Dimessa il 3 settembre a seguito di una caduta in bici non ha ricevuto il documento: «Non so più cosa fare»

Era stata dimessa dall’ospedale di Gravedona il 3 settembre dopo il ricovero a seguito di una brutta caduta in bicicletta e aveva subito fatto presente di aver necessità della cartella clinica. «Mi era stato subito detto che ci sarebbero voluti due mesi – racconta la protagonista della lunga attesa, Loredana Romanò – e nonostante mi sembrasse un tempo un po’ lungo, avevo ringraziato per l’onesta comunicazione».

A novembre la signora Romanò, che risiede a Como, ha cominciato a telefonare in ospedale, sentendosi sempre rispondere che la cartella non era ancora disponibile; ha continuato a dicembre e ancora a gennaio, sempre senza esito.

«Nei giorni scorsi ho chiamato per l’ennesima volta incrociando le dita – riferisce – ma l’operatore mi ha persino risposto che non trovava i miei dati. Non so più cosa pensare. Stiamo parlando di salute e a me la cartella clinica serve». La malcapitata ha una casa di villeggiatura a Domaso e l’estate scorsa, girando in bicicletta in paese, era caduta.

«Sono stata prima in ortopedia, poi in riabilitazione, poi sono ritornata in ortopedia – dice ancora – . È stata una lunga esperienza ospedaliera e devo riconoscere di essere stata trattata bene. Però rimango basita per quanto riguarda la cartella clinica. Devo prendere appuntamento con uno specialista perché avverto ancora dei postumi – aggiunge Loredana Romanò – ma è ovvio che ci devo andare con la documentazione medica, della quale, purtroppo, non sono ancora in possesso».

Mercoledì 1 febbraio al “Moriggia Pelascini” ha assunto l’incarico di direttore sanitario il dottor Gianluca Merlano, proveniente dalla clinica “Maugeri” di Milano, ma in questi primi giorni è stato impossibile contattarlo. Dopo pochi giorni a Gravedona, del resto, non potrebbe certo dare risposte esaustive in merito.

All’ospedale altolariano, in questa fase, l’argomento scottante è la l’igiene dei reparti, con una drastica riduzione delle ore di pulizia e la mancata conferma di 14 addetti con contratto a tempo determinato.

I vetri delle camere, per esempio, d’ora in avanti verranno puliti una volta all’anno. Ora rimane da capire se questo esagerato ritardo nella consegna di una cartella clinica a una paziente è un’eccezione o la prassi. Romanò, intanto, non desiste: «Telefonerò ancora – dice – nella speranza di ottenere finalmente riscontro. Che altro posso fare?».

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