Colonno, il finto carabiniere truffa un pensionato. Quelli veri lo prendono

Con la scusa di dover verificare la refurtiva di una rapina, ha preso gioielli e soldi. Immediate le indagini: nel giro di poche ore identificato un minorenne, accusato del colpo

Colonno

«Un grazie sincero all’Arma dei carabinieri, che ha riportato il sorriso sul volto di mio padre nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno». E’ quanto racconta a La Provincia il figlio del pensionato, che abita lungo la “Greenway” dietro l’autosilo, protagonista - suo malgrado - martedì di una brutta vicenda, ultimo atto almeno in questa porzione di territorio dell’odioso fenomeno delle truffe agli anziani.

Tutto si è svolto in poco tempo. Prima al pensionato è giunta una telefonata, in cui si parlava di una rapina e di una “Fiat Panda” coinvolta nel colpo. Panda la cui targa corrispondeva a quella del pensionato di Colonno. “Ma la mia macchina è in garage. Non può essere stata coinvolta in una rapina”, le sue parole.

Dall’altro capo del telefono però una voce ferma ha prontamente ribattuto che di lì a poco un collega dell’Arma dei carabinieri avrebbe bussato alla porta di casa chiedendo di poter visionare oggetti in oro ed eventuali gioielli, così da confrontarli con quelli prelevati durante la rapina. «Questo è stato forse il motivo per cui mio padre ha creduto nella presunta buona fede di chi l’ha contattato telefonicamente, visto che in pochi minuti un ragazzo - che si è qualificato come carabiniere - ha suonato il campanello di casa», racconta il figlio.

Una volta all’interno dell’abitazione il finto carabiniere ha dunque chiesto di poter visionare oro e gioielli. «Ma io ho una collanina d’oro al collo, la fede nuziale e un paio di orecchini d’oro di mia moglie. Questo quanto c’è in casa», la chiosa del pensionato.

Al che il ragazzo ha ribattuto appellandosi a un classico di questi tentativi di truffe ovvero “in casa ci sono anche contanti?”. E così dopo essersi fatto consegnare collanina, fede, orecchini e un centinaio di euro ha utilizzato un diversivo ovvero un’innocente (sulla carta) richiesta di un bicchiere d’acqua per distrarre il pensionato e darsi poi alla fuga.

E qui - secondo le informazioni filtrate ieri - sono entrati in scena i carabinieri del Comando provinciale di Como, che evidentemente tenevano sott’occhio il finto militare dell’Arma. Il ragazzo (minorenne, in base a quanto si è appreso) è stato così individuato e deferito dai militari dell’Arma di Como, che hanno lavorato in stretto raccordo con i colleghi della stazione di Tremezzina.

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