Como non ha più posti per i minori stranieri non accompagnati: nessun aiuto dagli altri Comuni

L’emergenza Non bastano gli appelli della prefettura. L’amministrazione non trova sponde né alleati. Tutto esaurito nei dormitori. Il sindaco: no comment

Minori non accompagnati, la città capoluogo è in difficoltà, ma dal resto della provincia per ora non arrivano aiuti concreti.

Come noto da qualche anno e in particolare negli ultimi mesi il Comune fatica a dare un posto a tutti i minori che arrivano in città. Como è un luogo di passaggio, sconta la vicinanza tra la Svizzera e Milano. Come ente pubblico il Comune ha l’obbligo di dare riparo a questi giovani.

La convocazione

Dunque la Prefettura ha aperto un tavolo chiamando a raccolta anche gli altri enti pubblici del territorio, convocando i centri più grandi e più attrezzati.

Martedì si sono quindi riunite tutte le aziende sociali del Comasco, gli operatori che lavorano nel settore, oltre a diversi sindaci di vari Comuni. Da Cernobbio a San Fermo, da Torno a Inverigo. Presente come ovvio anche il primo cittadino del capoluogo. Il sindaco Alessandro Rapinese ha in sostanza spiegato di non avere più modo di far fronte ai tanti arrivi, non bastano spazi e professionisti per l’accoglienza. La città ha bussato alle porte delle realtà caritatevoli come pure di altre amministrazione anche oltre i confini della provincia. Inutilmente.

All’interno della città ad oggi la parrocchia di Rebbio compie un grande sforzo, ha ospitato anche una cinquantina di minori, ma non può essere questa la soluzione nel lungo periodo. Non basta il dormitorio comunale di via Napoleona e non è adatta l’emergenza freddo di via Borgovico. Le altre comunità interpellate non hanno più letti.

Ecco perché la Prefettura, pur non potendo imporre decisioni, ha coinvolto tutto il territorio. Il costante afflusso di minori, è stato spiegato, ha raggiunto nel 2022 quota 549 arrivi. Ciascuno ospite ha una permanenza media di trenta giorni, prima di tentare nuovi viaggi verso il nord Europa. Le previsioni per il 2023 non sono da meno, anzi nei prossimi mesi si teme un progressivo aumento dei passaggi. Di qui l’appello a mettere a disposizione in maniera condivisa e coordinata delle soluzioni utili. Lo Stato, è stato ricordato, offre agli enti accreditati un rimborso giornaliero pari a 100 euro per ciascuno di questi giovani migranti. Diversi Comuni però, dall’Olgiatese alla cintura urbana, una volta interpellati hanno già spiegato di avere comunità e strutture al completo.

Una rete di famiglie

Non è solo una questione di spazi fisici, hanno riferito, ma anche di professionisti capaci di gestire un’emergenza molto delicata. Tra le idee sollevate c’è quella di costruire una rete di famiglie desiderose di aiutare questi migranti, oppure di coinvolgere delle Ong qual ora la situazione dovesse peggiorare.

Il sindaco Rapinese sul tema preferisce non commentare, sta trattando l’argomento minori non accompagnati direttamente con la Prefettura e la Questura. Martedì comunque ha esplicitato all’assemblea i principali problemi vissuti dal capoluogo, confidando nell’aiuto delle aziende sociali del territorio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA