Coronavirus, altri casi positivi
Ma cala il numero dei ricoveri

Tre morti a Beregazzo, Griante e Tavernerio - Il numero delle vittime registrate in provincia di Como sale oltre quota trecento

Como

Il bilancio di ieri, trentanovesimo giorno di quarantena: 303 morti (tre in più del giorno precedente, vittime residenti nei Comuni di Griante, Tavernerio e Beregazzo), 52 nuovi tamponi positivi (totale 2.285), 81 guariti, pari al 3,5% del totale dei casi accertati.

Non è stata una gran giornata. Per cogliere qualche buon auspicio - davanti ai 243 decessi certificati a livello regionale, 12 in più del giorno precedente, e al cospetto di un ennesimo aumento dei pazienti positivi, quantomeno in Lombardia - bisogna attaccarsi ai dati degli ospedali: il numero dei ricoverati nelle terapie intensive è diminuito ancora, 61 in meno di giovedì, per un totale di 971, una cifra che certifica l’unico trend mantenutosi costantemente al ribasso per tutta la settimana. I pazienti che hanno bisogno di cure ospedaliere ma che sono ancora autonomi nella respirazione ammontano a 10.627, cioè 729 in meno delle 24 ore precedenti, quando già s’era registrato un balzo in avanti da 34 a 687 dimissioni.

Per quanto riguarda i dati provinciali, si mantiene basso il numero dei nuovi contagi a Lecco (+19, per un totale di 2.005), a Sondrio cresce di 2 sole unità (totale 866), a Varese la crescita si mantiene sulle stesse cifre del giorno prima, cioè altri 68 tamponi positivi (totale 1.884). Per quanto riguarda la “polveriera” milanese, in città se ne sono registrati 166 in più, 325 a livello provinciale, per un totale di 15.227, in netto aumento. E pi i tamponi: nei laboratori ne sono stati “processati” 10.839, che portano il totale a quota 2443.513.

Intanto sempre ieri, in Regione si è parlato della famigerate “Usca”, sigla che richiama un’esclamazione di stupore, ma che in realtà si riferisce alle “Unità speciali di continuità assistenziali”. L’assessore al Welfare Giulio Gallera, che da qualche giorno non partecipa più alla diretta di aggiornamento via Facebook da Palazzo Lombardia, ha detto in commissione sanità che le Usca attive sul territorio sono 44 e che già avrebbero eseguito, alla data di giovedì 16 aprile, 3.500 visite domiciliari. L’obiettivo, ha aggiunto, è quello di ampliare il numero di queste unità, e di potenziarle sia con riguarda al personale, che per quanto attiene ai dispositivi di protezione, «sui quali - ha aggiunto - registriamo alcune criticità che spero di poter risolvere in una settimana circa con le produzione italiane».

Secondo tema caldo quello dei tamponi, al centro di grandi dibattiti: «Siamo arrivati oggi - ha detto ancora l’assessore - a coinvolgere 42 laboratori, 31 dei quali già operativi, 11 in attesa di entrare in attività. Questo ci porta ad avere la possibilità di processare tra i 12 e i 13mlia tamponi al giorno... La ricerca fa passi da gigante, speriamo di riuscire utilizzando meno reagente ad ampliare la capacità». E ancora, a proposito dei cosiddetti “Test rapidi del siero” per la determinazione degli anticorpi al Covid-19, che alcuni laboratori privati stanno in questi giorni offrendo a enti pubblici e aziende: «Io auspicherei le stesse modalità adottate per i tamponi rinofaringei, e cioè che i laboratori possano eseguirli soltanto nelle misure di salute pubblica. Diversamente ci sarebbe il rischio di ingenerare sul territiorio un percorso difficile da controllare, e quindi un rischio per la salute di tutti».

Oggi la quarantena taglia il traguardo dei 40 giorni. Ma sono tempi in cui anche le parole hanno perso il loro significato.

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