Ecco come appare la Como turistica: nessun cartello per il bus più usato dagli stranieri, l’avviso è una scritta sul muro

Il caso Corsa per Bellagio non indicata a Sant’Agostino. Niente cartelli o schermo, spunta un avviso “fai da te”: «Code interminabili per salire e si viaggia ammassati»

Nella Como città turistica per il bus più usato dagli stranieri non ci sono cartelli, solo una scritta su un pilastro, lasciata da un pendolare con un pennarello: «C30 qui/here».

La tratta che fa la spola tra Como e Bellagio è sempre stracarica di visitatori che dalla primavera all’autunno vengono da tutto il mondo ad ammirare il nostro lago. Complici i lavori sul lungo lago da marzo la corsa non arriva più in San Giovanni, ma si ferma alla stazione di piazza Matteotti e da lì riparte. Il problema è che tanti stranieri non trovano indicazioni chiare per la linea C30. I comaschi ogni giorno vedono questi turisti vagare senza meta, cercando frecce, display, insegne. Non c’è niente di niente.

Ai visitatori non rimane che domandare in inglese ai passanti, ai pendolari. E così una quindicina di giorni fa un cittadino italiano stufo delle continue e internazionali richieste d’aiuto ha preso il pennarello indelebile nero e ha scritto sul pilastro «C30 qui/here». Ecco la città turistica. Mancano indicazioni in italiano, figurarsi nelle altre principali lingue.

Pochi posti

Quando il cantiere sul lungolago è entrato nel vivo l’azienda di trasporti Asf ha pubblicizzato anche mezzo stampa i vari cambiamenti alle corse. Ma è chiaro che americani e tedeschi difficilmente hanno accesso a questo tipo di informazioni prima di sbarcare sul lago. È vero che in piazza Matteotti c’è la biglietteria, un servizio che funziona anche come infopoint, ma lo sportello principalmente serve per comprare i titoli di viaggio. Si aggiunga che durante i festivi nelle assolate e affollate domeniche la biglietteria è chiusa.

In queste giornate anche da Como fare il biglietto è complicato, a meno di conoscere le varie app. La maggior parte dei giapponesi e degli olandesi dunque compra a bordo il biglietto dovendo pagare un sovrapprezzo pari a un euro e quaranta centesimi. Sempre e soltanto in contanti, è impossibile con la carta di credito o il bancomat. Il risultato è che si forma una fila chilometrica di persone con il portafoglio in mano e la partenza ritarda.

Tornando alla linea per Bellagio, si viaggia su un mezzo da 30 posti, perché non c’è spazio sulla Lariana per i bus più grandi. Gli autisti, una volta scaricati a Como i passeggeri, si trovano quasi sempre davanti un muro di turisti. Anche un centinaio di persone nel fine settimana. La maggioranza ovviamente resta a piedi. Asf dovrebbe potenziare la C30 da metà giugno, una volta finito l’anno scolastico, così come chiesto da diverse amministrazioni comunali. Al momento però non ci sono ancora comunicazioni ufficiali.

Quanti disagi

«La fermata per Bellagio è stata modificata tre mesi fa – racconta Andrea Ferrari, un cittadino inglese oggi residente a Lezzeno, che ha contattato la nostra redazione – ma in piazza Matteotti non ci sono cartelli, manca qualsiasi indicazione. Un orario chiaro, uno schermo, niente di niente. Un passeggero arrabbiato ha quindi scritto “C30” sulla colonna dove bisogna aspettare la corsa. Questo è l’unico aiuto per i turisti stranieri in una città che dice di avere una vocazione turistica. Possibile? Basterebbe davvero poco. Io prendo spesso questa tratta, si viaggia molto male. Siamo tutti schiacciati, non c’è mai posto. Gli stranieri devono tutti prendere il biglietto a bordo. perché a Bellagio non ci sono rivendite e potendo pagare solo in moneta si formano code interminabili».

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