Famiglie con soggetti fragili in crisi: «Abbiamo bisogno dell’assistenza»

La storia Preoccupazione dopo l’addio della S. Giacomo società di Dizzasco che curava i soggetti fragili a casa. Una madre di Ponna: «Marito malato e figlio disabile»

L’assistenza domiciliare integrata sarà comunque garantita nonostante la (difficile) fase di transizione in atto. Parola dell’ente sanitario competente che - assicura al proposito- si sta muovendo per garantire un servizio essenziale per soggetti fragili curati a casa.

Precisazione importante dopo la decisione della società San Giacomo Srl di Dizzasco (ne abbiamo riferito la scorsa settimana) di lasciare il servizio dopo tanti anni di prestazioni. Una decisione che aveva suscitato preoccupazione tra i pazienti e le stesse famiglie.

Settanta nuclei

Una settantina di pazienti sono stati invitati a contattare Asst Lariana di Menaggio a cui fa capo l’ADI per il cambio di gestore. « Il servizio Adi si sta muovendo- confida Anastasia Fasola, classe 1937 con un figlio portatore di handicap e il marito di 90 anni affetto da gravi patologie croniche. Ho telefonato personalmente al centro di Menaggio e mi hanno assicurato che si stanno attivando per garantire la continuità del servizio assistenziale – Sarebbe una tragedia per mio figlio Cassiano, 50 anni, affetto da una grave malattia degenerativa che lo costringe a letto, non avere più la necessaria assistenza a domicilio. Siamo lo stesso preoccupati».

Il servizio - anche per i familiari della signora Fasola - fino ad ora è stato effettuato dagli operatori della San Giacomo ma cesserà il primo marzo. «Poi non sappiamo chi arriverà - conferma l’interessata- Al momento prendiamo atto di quanto ci è stato detto e di stare tranquilli. Con gli operatori della San Giacomo in tutti questi anni abbiamo avuto un ottimo rapporto. Sono state delle figure familiari vicine a noi sia da un punto di vista sanitario che umano. A tutti loro va il nostro ringraziamento per quanto hanno fatto per noi. Ats fino a questo momento ci ha garantito tutta l’assistenza sanitaria oltre che gli ausili e le attrezzature mediche indispensabili» .

L’appello

A lanciare l’appello per conto della famiglia è anche Sergio Colombini che insieme ai familiari e a due badanti sono presenti per dare ogni tipo di aiuto e di conforto. «I miei suoceri sono anziani e disabili- racconta Sergio, molto conosciuto ed impegnato sul territorio nel sociale e nelle associazioni civiche e di volontariato- In particolare mio cognato Cassiano da 30 anni è affetto da questa rara e grave malattia contratta qualche mese dopo il rientro dal servizio militare. Prendiamo atto che il servizio sarà garantito. Chiedo comunque a tutte le famiglie interessate di fare sentire la loro voce nel caso dovessero invecem verificarsi criticità e agli amministratori locali di farsi carico del problema che investe tutta la Valle d’Intelvi» .

Sulla situazione c’è anche la posizione ufficiale di Ats Insubria . « Ats Insubria- scrivono in una nota- rassicura i cittadini che fruiscono del servizio ADI in Valle d’Intelvi: a tutti sarà assicurata la continuità dell’assistenza domiciliare. E’ prevista la possibilità di ampliare l’offerta di cure domiciliari anche su questo territorio in modo da fornire una maggiore risposta a bisogni dei cittadini. In questa fase di “transizione”, come correttamente anticipato dalla stessa “San Giacomo”, sarà possibile contattare il distretto ASST di Menaggio anche per effettuare un eventuale cambio di erogatore. Quindi, al momento, le prestazioni di assistenza domiciliare integrata potranno essere garantite grazie alle altre realtà territoriali già attive e al supporto degli infermieri di famiglia».

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