Cambia la fermata del pullman a Como: scuole più lontane per gli studenti che arrivano dalla provincia

Tremezzina Quella di San Giovanni doveva essere una emergenza, tutto è rimasto come prima. Percorso più lungo di due chilometri. Le famiglie «Ripristinate il capolinea a Sant’Agostino»

Quella che doveva una soluzione temporanea legata al complesso scacchiere dei lavori sul lungolago di Como («massimo un mese», a far data dal 20 marzo scorso si leggeva in una comunicazione del 10 marzo) si è trasformata in questo inizio di anno scolastico in un vero e proprio grattacapo per decine di studenti che raggiungono il capoluogo con le storiche linee di Asf C10 (lago) e C20 (Val d’Intelvi e Basso Lario).

E questo perché ad eccezione delle corse dirette alla Magistri Cumacini, che fermano in città, le corse della linea C10 e C20 «sono limitate alla stazione di Como San Giovanni» e alla fermata ad essa attigua di San Rocchetto.

I mezzi troppo pieni

Il che significa, a conti fatti, dover percorrere anche due chilometri a piedi per raggiungere i vari istituti del capoluogo. Analogo discorso al ritorno da scuola, con la beffa, documentata in presa diretta al nostro giornale da due studentesse intelvesi, di «vedere l’autista del bus di linea delle 12.30 spiegare con ampi e garbati gesti che il bus era già pieno e che avremmo dovuto attendere quello successivo».

Il problema c’è ed è di assoluta attualità. Problema che riguarda non solo Asf ed Agenzia Tpl, ma anche i sindaci del territorio, chiamati a stretto giro a far sentire la loro voce. Di sicuro, questo cambio di linea o meglio di capolinea sta generando parecchi disagi all’utenza, che ora sono (ri)esplosi in maniera importante e che dalla prossima settimana avranno ripercussioni ancora maggiori, nel momento in cui l’orario scolastico sarà definitivo.

Vicissitudini

Altre linee in arrivo da Rovenna, ad esempio, fanno riferimento a Como San Giovanni, anche in questo caso con tutto ciò che ne consegue.

È chiaro che una soluzione va trovata in tempi rapidi. Da diversi genitori, al netto dell’iter che stanno seguendo i lavori sul lungolago, è arrivato l’appello a ripristinare «il capolinea a Sant’Agostino». Ricordando le vicissitudini, che hanno caratterizzato quasi tutta l’estate, degli autobus pieni già alla partenza (e dunque a San Giovanni) e che cammin facendo hanno inevitabilmente dovuto lasciare a terra turisti e pendolari.

Al momento non è dato sapere quando la comunicazione dello spostamento del capolinea verrà revocata. Da quella comunicazione sono trascorsi sei mesi e nulla si è ancora mosso.

Nel frattempo, anche via social fioccano le proteste di chi in questi primi due giorni di scuola ha letteralmente dovuto rincorrere il bus per il ritorno verso casa, in taluni casi dovendo poi aspettare quello successivo.

Il che significa uscire di casa prima delle 6.30 e rientrare a pomeriggio inoltrato. Se d’estate, questa evidente anomalia poteva passare sotto traccia sia per il bel tempo che per l’assenza degli studenti (e non da ultimo per l’arrivo a Como di larga parte dei turisti in treno), ora non pare avere logica il fatto che gli autobus si affaccino solo timidamente in città attendendo davanti alla stazione il turno per rientrare verso il lago e la Val d’Intelvi.

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