
Cronaca / Lago e valli
Mercoledì 13 Agosto 2025
Fermi nell’imbuto di Gravedona: «Abbattiamo i palazzi disabitati»
Il sindaco rilancia una vecchia proposta:«La Soprintendenza continua a dire no»
Gianpiero Riva
Code fino a Dongo su un fronte e fino a Domaso sull’altro. La settimana di Ferragosto mette a dura prova anche quest’anno i limiti della strettoia di Castello e già lunedì mattina la situazione era tutt’altro che rassicurante, nonostante la presenza dei movieri.
Il controllo del traffico nel critico imbuto della statale Regina a Gravedona è in atto fin dall’inizio della primavera ogni pomeriggio e in questa fase caldissima da bollino nero per il traffico viene esteso sull’intero arco della giornata. Ma con il turismo ai massimi termini la gestione della strettoia non è comunque semplice: «I movieri sono in servizio in virtù di un appalto gestito dall’ente Provincia – precisa il sindaco di Gravedona ed Uniti, Cesare Soldarelli – Si è deciso di incaricarli anche di mattina, nell’orario fra le 9.30 e le 12.30, perché questa è la settimana che rappresenta il picco per il traffico. Col prosieguo valuteremo man mano il da farsi, cercando in ogni modo di alleggerire il più possibile i disagi. Il traffico è tanto e basta un stop nella strettoia per provocare rallentamento a catena che si trasforma ben presto in code. Code non certo paragonabili e quello ormai croniche tra le strettoie della Tremezzina, ma fonte comunque di problemi per la viabilità. Se la Variante della Tremezzina, pur con ritardi ed enormi interrogativi, è in corso, quella Dongo – Domaso rimane un progetto in carta non certo attuabile nei prossimi anni».
E quindi? «La soluzione più logica e auspicabile - aggiunge - visto e considerato che il vero nodo delle Regina in Alto Lario è proprio la strozzatura di Castello, sarebbe il suo allargamento: le due ali di vetusti immobili ai lati, con portoni che denotano un antico prestigio, sono pressoché disabitati e abbandonati proprio per via di un traffico che non consente più a chi vi abita di uscire in strada senza rischiare la vita: risarcire economicamente i proprietari per arretrarli di quel tanto che consenta a due veicoli appena superiori alla media di incrociarsi senza causare ingorghi non sarebbe affatto così impensabile.
«E’ la soluzione che abbiamo ipotizzato e caldeggiato come più veloce e percorribile – dice ancora Soldarelli – ma da parte della Soprintendenza c’è stato finora un “no” abbastanza deciso per via del fatto che si tratta di una fascia di centro storico, di conseguenza, soggetta a vincoli. Sarebbe già un bel passo avanti rettificare i due ingressi, che rappresentano i punti più stretti, ma per adesso, come ripeto, sembra non ci sia margine di trattativa».
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