I giudici del Vaticano condannano prete comasco

Il verdetto La corte d’Appello ribalta il caso del religioso accusato di abusi nel Preseminario dei chierichetti del Papa

La corte di Appello vaticana ha ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado nel caso dei presunti abusi al Preseminario Pio X. Don Gabriele Martinelli, ex allievo cresciuto nel Comasco, a Lanzo d’Intelvi, è stato condannato a due anni e mezzo per il reato di corruzione di minore. La vicenda è quella venuta a galla ormai oltre dieci anni fa al Preseminario che ospita i chierichetti del Papa, ma legato alla diocesi di Como che gestisce l’istituto attraverso l’Opera don Folci.

Ad aprire il caso le denunce di almeno due ex chierichetti del Papa. I due avevano raccontato che, quando frequentavano da minorenni il Preseminario (uno all’epoca aveva appena 13), sarebbero stati abusati sessualmente da un ex alunno più grande, già ventenne. Quell’alunno, nel giugno 2017, fu ordinato sacerdote, in Duomo a Como. E questo nonostante le accuse fossero già note. E infatti «i presunti fatti - aveva ricostruito allora la Diocesi - furono segnalati nel 2013 e ritenuti infondati nel 2014 dalle autorità ecclesiastiche che espletarono gli accertamenti in merito».

Due anni dopo, nel 2019, il promotore di giustizia del Tribunale dello Stato Vaticano ha riaperto il caso e chiesto il rinvio a giudizio di don Gabriele Martinelli. Che, due anni più tardi, venne assolto da tutte le accuse.

Ora i giudici di appello hanno riformato la sentenza e riconosciuto il sacerdote comasco colpevole di corruzione di minori.

«Per noi si tratta di una sentenza storica», sono state le parole di Laura Sgrò, l’avvocato difensore della vittima nel processo sugli abusi ai chierichetti del Papa. «Dopo tanti anni non solo sono stati riconosciuti i fatti ma anche evidentemente il patimento e il dolore finalmente del mio assistito che ha potuto avere giustizia».

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