Cronaca / Lago e valli
Mercoledì 17 Dicembre 2025
Il Giaguaro del lago, quegli 80 anni vissuti alla grande
Tremezzina, a Ossuccio festa a sorpresa al portiere di Toro e Napoli che collabora da oltre vent’anni con le giovanili dell’Inter. «Il primo a farmi gli auguri? Il mio grande amico Zoff»
Tremezzina
«Un grande regalo». Parole pronunciate con un sorriso rassicurante quelle di Luciano Castellini, il “Giaguaro” (“nome di battaglia” coniato da Gianni Brera) campione d’Italia con il Torino di Gigi Radice (era il 1976) e dal ’78 all’85 a guardia dei pali del Napoli, città con cui ha conservato un rapporto speciale.
Quella che lunedì a pranzo ha animato la Sala civica di Ossuccio è stata una festa a sorpresa, con tanti amici e un pezzo di storia del calcio italiano - dentro e fuori il terreno di gioco - giunto in Tremezzina per festeggiare le 80 candeline di questo campione (anche) di umiltà. Per la cronaca il “Giaguaro” ha compiuto 80 anni lo scorso 12 dicembre.
Una festa fortemente voluta dalla moglie Paola (presente con i nipoti Leone e Luciano) e così dalle tante persone che con il “Giaguaro” hanno stretto un rapporto di amicizia - oltre che professionale - nel corso degli anni, a cominciare dall’attuale direttore del settore giovanile dell’Atalanta, per 33 anni all’Inter, Roberto Samaden. Presente anche il sindaco di Tremezzina (e presidente di Anci Lombardia) Mauro Guerra.
A Ossuccio non ha voluto mancare anche Francesco Toldo, il portierone classe 1971 che per 147 volte ha difeso la porta dell’Inter. «Di fronte a un compleanno di un mito, non potevo proprio mancare», ha confermato Toldo, che ha conquistato tutti per la sua simpatia. E così c’era rappresentata una larga parte del settore giovanile dell’Inter, quello con cui il “Giaguaro” collabora ininterrottamente dal 2002. Settore rappresentato anzitutto da un’icona delle giovanili nerazzurre come Daniele Bernazzani.
A proprio agio in quella Tremezzina che ha dimostrato di conoscere a fondo - grazie alle passeggiate lungo la Greenway - anche Paolo Orlandoni, che con l’Inter ha vinto il Triplete nel 2010 e della quale oggi, dopo quattro anni trascorsi al Sassuolo, è tornato a far parte come allenatore dei portieri, nello staff di Cristian Chivu.
Apprezzato il menù dall’aperitivo alla polenta uncia (un pezzo di storia del lago e delle valli adiacenti) e così al dolce sino al caffé, preparato seguendo il “rito antico” dell’isola Comacina. Il “Giaguaro” ha dispensato sorrisi ed aneddoti, con uno strappo alla sua proverbiale riservatezza, anche in fatto di foto e interviste. «Dino Zoff è stato tra i primi a farmi gli auguri. Beh gli ho detto che in fondo lui è più vecchio di me. Il nostro è un rapporto di amicizia che va oltre la rivalità calcistica e che è durato nel corso dei decenni in maniera davvero solare», le parole di Luciano Castellini, che alla voce aneddoti ne ha raccontati un paio davvero simpatici su Eugenio Bersellini, prima calciatore poi mister tutto d’un pezzo tanto da essere soprannominato il “Sergente di ferro”.
E in questa giornata davvero speciale un pensiero è andato a un nome forse poco noto al grande pubblico, ma importante nella storia sportiva del “Giaguaro”, quello di Vincenzo Rigamonti, portiere prima (con trascorsi nel Lecco, nel Como e nel Monza) e allenatore poi nella stagione ’65-’66 a Monza. «Ricordo ancora le sue parole. Tu puoi fare il portiere, mi disse. Non ho dubbi», ha confermato Luciano Castellini. Da lì nulla è stato più come prima.
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