Il giudice: Lago di Comovietato allo chef Berton. E lui risponde: «Spiace, comunque tra un anno arrivo»

La sentenza Accolto il ricorso del “Sereno” di Torno per violazione del patto di non concorrenza. Ma lui replica: «Ho solo partecipato a una conferenza stampa. Torno presto a lavorare sul lago»

«Ho partecipato ad una conferenza stampa come tante. Non ritengo di aver violato alcunché. Per me la vicenda è conclusa. Ci vediamo sul lago di Como nel 2024 o nel 2025».

La storia

Ormai a sera lo chef stellato Andrea Berton ha tenuto a mettere, con grande pacatezza, un punto fermo in una vicenda che ha rapidamente fatto il giro d’Italia, con il nostro lago sullo sfondo. E questo perché la vicenda tra lo chef friuliano classe 1970 (ma milanese d’adozione) e il ristorante dell’hotel Sereno di Torno (la “Sereno Restaurant Italia sr” è una società che fa capo al gruppo “Sereno Hotels”, ) è finita in un giudizio civile, in cui di fatto allo chef ed alla sua società “Ambrosia srl” è stata preclusa sino a fine anno la possibilità di dar corso ad una nuova collaborazione nelle province di Como e Lecco nonché in quella di Sondrio dentro il florido segmento del food & beverage.

E questo per rispettare in toto il patto di non concorrenza sottoscritto con la “Sereno Restaurant Italia srl”. In buona sostanza, il Tribunale di Milano ha ritenuto sussistenti i presupposti per l’accoglimento del reclamo presentato dalla “Sereno Restaurants Italia srl”, ribaltando la pronuncia di primo grado. La molla di questo braccio di ferro stellato in sede civile è scattata proprio a seguito “dell’aperta violazione del patto di concorrenza” cui ha fatto riferimento la società cui fa capo il ristorante dell’Hotel Sereno.

«Vicenda chiusa»

«Ma io non ho violato alcunché. Ho solo partecipato a una conferenza stampa del Grand Hotel Victoria a Menaggio, un brand le cui attività non si riferiscono al solo lago di Como. Peraltro ci sono tante compagnie alberghiere che vengono da me per conferenze stampa - la chiosa a “La Provincia” di Andrea Berton - Mi creda. Per me questa vicenda è chiusa. La considero una perdita di tempo. Ciò che accadrà è che tra il 2024 ed il 2025 sarò sul lago di Como. Sto facendo alcuni ragionamenti. E questo perché il vostro lago è a pieno titolo una destinazione di prim’ordine e, approfitto di un quotidiano comasco per definirlo a pieno titolo come uno dei posti più interessanti d’Italia. Ci sto lavorando».

Prima dell’arrivederci al prossimo anno - in ossequio a quanto disposto dalla giustizia civile - lo chef stellato ha tenuto però ad una puntualizzazione finale ovvero che «io non ho violato alcunché. Prova ne sia che il giudice ci ha solo confermato che in caso di mancato rispetto del patto di non concorrenza sarebbe scattata una penale (pari a 50 mila euro, ndr), come previsto nel contratto. Non ho rimarcato nelle sue parole alcun elemento di novità».

Il nostro giornale ha contattato tutte le parti in causa, senza avere risposta, con la proprietà del Grand Hotel Victoria (struttura a cinque stelle che fa capo al gruppo R Collection Hotels) che, pur senza dichiarazioni ufficiali, ha fatto sapere di essere assolutamente tranquilla.

Dunque, non resta che attendere ancora otto mesi per capire se poi lo chef che si è formato alla scuola di Gualtiero Marchesi deciderà di non attendere oltre e stringere già dal 2024 il suo patto stellato con il nostro lago.

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