
Cronaca / Lago e valli
Giovedì 31 Luglio 2025
Il virus del Nilo presente anche a Colico
«Nessun allarme, usare precauzioni»
Nota dell’Istituto Zooprofillatico della Lombardia per il territorio al confine con Como
Alto Lago
L’emergenza West Nile ha ripercussioni anche in Lombardia. A Colico, sul confine con la provincia di Como, dove è stata confermata la presenza del virus in esemplari di avifauna selvatica, è scattato l’allarme. A comunicarlo è l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, che ha rilevato la positività anche nel territorio di Varese. A seguito di questa segnalazione, il Centro nazionale sangue ha diramato un provvedimento urgente volto a prevenire la trasmissione del virus attraverso le donazioni di sangue. Secondo quanto riportato nella circolare ufficiale, nelle Province di Lecco e Varese saranno applicate misure straordinarie per la sicurezza trasfusionale. In particolare, tutti i donatori che abbiano soggiornato anche solo una notte in queste aree saranno sottoposti a sospensione temporanea di 28 giorni, salvo che non venga utilizzato il test Nat (nucleic acid testing) per la rilevazione del West Nile virus. L’allerta riguarda anche i banchi di sangue cordonale, soprattutto in vista dell’esportazione internazionale: ogni unità destinata a uso personale dovrà essere sottoposta a test Nat, con adeguata informazione preventiva alla madre donatrice.
Insomma, i campanelli d’allarme suonano. Apparentemente a distesa. Ma c’è davvero da preoccuparsi? Il professore di Medicina Preventiva al San Raffaele nonché presidente del Comitato Nazionale Vaccini Carlo Signorelli non si agita più di tanto: «I numeri complessivi ci dicono di no. Non c’è una grandissima preoccupazione. Nel senso che i numeri della West Nile 2025, non sono molto diversi da quelli dell’anno scorso. Il baricentro è in Centro Italia, non al Nord, ma le precauzioni sono utili e le continuiamo a ribadire con forza. Bisogna fare le disinfestazioni e usare qualche cautela per le donazioni di sangue, dove i rischi sono molto ridotti».
Perché i rischi sarebbero ridotti? Il professore spiega: «Pensare che del sangue donato per una trasfusione abbia dentro il virus, siamo a probabilità infinitesime, ma la prudenza non è mai troppa». Il 70-80% dei casi è asintomatico: «I soggetti fragili sono a rischio: fragili, immunodepressi, sottoposti a medicinali che deprimono il sistema immunitario e anziani. La letalità però per intenderci è molto più bassa che quella del Covid. E le disinfestazioni sono efficaci, anche se devono essere fatte dove ci sono le condizioni per farle. Tutte le malattie trasmesse da vettori hanno nella lotta ai vettori stessi una delle armi a nostra disposizione. Poi tutti noi possiamo aiutare, riducendo la presenza di vettori nelle nostre case: non lasciare acqua stagnante nei vasi, prevenire individualmente la zanzara. Evitare di andare scoperti nelle ore del tramonto dove pungono di più i vettori e mettersi dei repellenti, per esempio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA