Incidente in Val di Bares, canyoning e brividi. Ecco i consigli della guida alpina: «Portate sempre una radio»

Livo L’incidente al turista spagnolo in una delle mete più suggestive. La parola passa all’esperto: «Discesa di sette-otto ore, mai lasciare nulla al caso»

Non è il primo incidente che succede Val di Bares agli appassionati di canyoning, disciplina sportiva estrema che consiste nel discendere l’alveo dei torrenti con il solo aiuto di corde.

Nella gole che si trovano sopra Livo si cimentano sempre più appassionati e le emergenze, in rapporto al numero di praticanti, sono una percentuale bassa.

A testimonianza che si tratta di una disciplina impegnativa, che richiede una certa esperienza, chi si avventura nell’alveo non è mai, in genere, un principiante. La zona, del resto, è conosciuta dagli esperti di tutta Europa come una delle più suggestive e impegnative per la pratica del canyoning: il percorso inizia a 1.300 metri di quota e scende giù, fra pozze profonde, scivoli e tuffi, fino a 600 metri.

Senza via d’uscita

Dalla seconda metà i giù, tra l’altro, non ci sono più vie d’uscite. L’emergenza di domenica si è verificata in alto, in un tratto, oltretutto, dove c’è copertura telefonica.

I compagni d’avventura del trentaduenne spagnolo finito contro una roccia con una gamba hanno potuto così chiamare prontamente i soccorsi: «Sarebbe opportuno, per chi fa canyoning in Va di Bares, dotarsi di radio o di altro apparecchio in grado di sopperire al problema della scarsissima copertura per i telefoni cellulari – interviene Claudio Pozzi, guida alpina che anche l’altro giorno è stata allertata per l’intervento di soccorso – Ricordo che un paio d’anni un gruppo di svizzeri dovete attendere fino a quando non preoccupò il loro mancato rientro perché nella gola in cui si trovava non poteva utilizzare il telefono».

Bellissima e suggestiva la Val di Bares; ricercata, come si diceva, anche dagli stranieri. Nel 2019 Terence Lee, australiano di 60 anni, vi salì dopo una piena dei giorni precedenti, quando il torrente si presentava in condizioni ancora più ostiche; il suo corpo venne individuato sotto una cascata. Ancora attaccato a una corda tesa.

Ambienti selvaggi

«La durata della discesa può durare 7/8 ore – dice ancora Pozzi – Il “torrentismo” in Val di Bares è sicuramente quanto di più suggestivo si possa offrire agli appassionati della disciplina, ma ribadisco che occorre essere esperti e non lasciare nulla al caso».

Complice il boom del turismo, con un occhio sempre più rivolto anche alla montagna, la Val di Bares, ancora allo stato selvaggio, si sta tuttavia confermando come uno dei luoghi più ambiti per scendere il torrente con il semplice ausilio di corde.

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