La caccia al cervo apre ovunque mercoledì. Ma non per 120 cacciatori di centro lago

Tremezzina Il Comitato Prealpi ancora commissariato attende il via libera della Regione. Intanto la Polizia provinciale continua a ridurre i cinghiali: abbattuti in Valle Intelvi 83 esemplari

Non c’è solo la caccia al cinghiale ad agitare l’estate del Comprensorio alpino di Caccia delle Prealpi Comasche, forte di ben 18mila ettari da Menaggio al Bisbino con annessa Val d’Intelvi e parte del Porlezzese.

Con il commissario nominato (secondo quanto si è appreso) da Regione Lombardia, ma non ancora ufficializzato tramite le procedure di rito dopo le dimissioni del presidente Livio De Angeli e del Comitato di gestione cui fa capo il comprensorio, dopo quella al cinghiale anche la caccia al cervo rimarrà ferma al palo, al contrario di quanto invece avverrà nelle Alpi Comasche (la zona è quella dell’Alto lago) dove da mercoledì al 14 settembre si potranno abbattere i maschi di prima classe (i fusoni) per poi entrare nella fase clou della caccia dal 14 ottobre.

Ma se per il cinghiale, una volta ufficializzato il commissario, la caccia potrebbe ripartire in una decina di giorni (al momento nel paragone su base annua mancano all’appello circa 300 abbattimenti), per il cervo si profila un iter molto più lungo e tortuoso, considerato che ad oggi non è ancora stato inviato il Piano di Abbattimenti all’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente.

Piano che, in base alle indicazioni del Comprensorio, contemplava 420 capi da abbattere. Si tratta di una beffa non solo per i circa 120 cacciatori abilitati, ma anche per i territori coinvolti nel doppio stop (cinghiale e cervo) alla caccia, all’interno dei quali cinghiali e cervi proseguono nella loro azione distruttiva di pascoli, colture e terreni privati e dall’altro i cervi.

Popolazione in aumento

Il tema è di stretta attualità e lo certificano i numeri, considerato che lo scorso anno nel Comprensorio delle Prealpi Comasche erano stati abbattuti lungo tutta la stagione venatoria 705 cinghiali e ben 338 cervi. Una popolazione in costante aumento, considerato che durante i censimenti (obbligatori) per i cacciatori, è stato avvistato almeno il 20% in più dei cervi censiti lo scorso anno.

Ora da Regione Lombardia - attraverso l’assessore Alessandro Beduschi e i rappresentanti eletti sul territorio - serve un segnale forte, richiesto a gran voce dai cacciatori, ma anche dai singoli territori, considerato che la situazione sta progressivamente peggiorando nella convivenza con questi due ungulati. L’unico argine contro i cinghiali al momento è rappresentato dagli abbattimenti della polizia provinciale, che in modalità di “controllo numerico” ha sin qui abbattuto nella zona sensibile dell’intelvese 83 esemplari.

Per quanto concerne gli incidenti, da segnalare quello avvenuto una decina di giorni fa in Valsolda che ha coinvolto un motociclista, poi trasportato all’ospedale di Circolo di Varese dopo l’impatto con una femmina di cervo allattante.

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