La Protezione Civile anche a Cernobbio

Sicurezza Sede a Piazza Santo Stefano, in arrivo un escavatore per eventuali casi di dissesto. Il sindaco Monti: «L’alluvione del 2021 è stata una grave ferita, così saremo più preparati»

Cernobbio

Con i due mezzi operativi di stanza presso il Centro civico di piazza Santo Stefano, può dirsi chiuso il cerchio che prevedeva l’individuazione di tre distinti centri di Protezione civile nei Comuni di riferimento della Comunità montana Lario-Intelvese, che a quello di San Fedele d’Intelvi (sede centrale di Centro Valle Intelvi) ha così aggiunto i Distaccamenti di Tremezzo (Tremezzina) e Cernobbio, piazza Santo Stefano.

«Un presidio quello riattivato a Cernobbio fondamentale anche in caso di interruzioni causa frana della statale Regina, come purtroppo avvenuto negli ultimi anni, con il rischio di avere la statale tagliata in due», fa notare il sindaco Matteo Monti, che è anche assessore alla Protezione civile in Comunità montana.

La decisione

Nel contempo sono stati individuati tre coordinatori, quello operativo e generale di zona per il Centro lago Moris Bordoli, quello per il Basso Lario Enrico Vitta e la coordinatrice per Centro Valle e Alta Valle Intelvi Anna Maria Zanotta. Citazione anche per Maurizio Mattarelli, referente per l’antincendio boschivo.

Il servizio

«È chiaro che un servizio così strutturato rappresenta un valore aggiunto per il territorio tra lago e valli. Quanto a Cernobbio, l’alluvione del luglio 2021 è una ferita che con interventi mirati e grande volontà stiamo cercando di rimarginare - fa notare ancora Matteo Monti -. Anche e soprattutto a fronte di quel gravissimo evento, che in dote ha portato danni milionari e tanta apprensione, abbiamo deciso di strutturare un servizio di Protezione Civile che potesse coprire l’intero comprensorio Lario-intelvese, dislocando i mezzi nei Comuni ritenuti strategici. E in questo contesto rientra anche il Centro civico di piazza Santo Stefano, dotato peraltro di sala civica che in caso di emergenza potrebbe trasformarsi in base logistica ed operativa».

Complessivamente i volontari della Comunità montana Lario-Intelvese tra Protezione civile e anti-incendio boschivo risultano essere 103, di cui 84 operativi. Matteo Monti, nella duplice veste di sindaco e assessore comunitario alla Protezione civile fa notare d’intesa con il presidente della Comunità montana Mario Pozzi che l’ente comunitario può contare su 11 mezzi operativi, tra cui un carrello munito di torre-faro, un carrello per il trasporto logistico e - novità degli ultimi giorni - un escavatore in arrivo per dar manforte in caso di fenomeni di dissesto.

«Da Cernobbio a Griante, passando per la Val d’Intelvi, sono venti i Comuni che hanno aderito al servizio, con la Comunità montana capofila - la chiosa del primo cittadino -. Per Cernobbio si tratta ora di ampliare il bacino dei volontari formati e pronti ad intervenire in caso di emergenza. Sottolineo che il piano di Protezione civile comprende anche l’antincendio boschivo e che oggi può contare nel contempo su attrezzature per fronteggiare il rischio idrogeologico e così sull’allestimento di campi logistici e per ricerca di dispersi. Lo scorso anno a Cernobbio abbiamo dovuto fronteggiare un incendio boschivo. Evento che ha evidenziato la necessità di avere un gruppo pronto anche per questo tipo di emergenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA