La rapina con il coltello alla nonnina. Indagati due giovanissimi valtellinesi

Bellagio Il brutale episodio di un anno fa. Minacciata anche la figlia per 500 euro, oro e gioielli. Chiuse le indagini dei Carabinieri: decisive le immagini di una telecamera. Notificate le accuse

Arrivavano dalla Valtellina e per la precisione da Dubino. Avevano, all’epoca dei fatti che risalgono a 12 mesi fa, 21 e 20 anni. Eppure, nonostante la giovanissima età, per i carabinieri di Bellagio sono due dei rapinatori responsabili della brutale rapina avvenuta in una casa di Bellagio, in via Valassina, la sera del 23 febbraio 2022.

Nelle scorse ore a ricevere l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (firmato dal pm Mariano Fadda) sono stati Lisa Della Bitta, nata a Gravedona e residente a Dubino, e Hamza Halafi, originario del Marocco e residente pure lui nel paese posto all’inizio della Valtellina. Il colpo era stato brutale. I due (lei verosimilmente facendo da palo, lui minacciando le vittime) avevano fatto irruzione in una casa dove si trovavano una signora di 85 anni e la figlia di 58 anni. Armati di coltello e con il volto travisato, che era stato puntato alla gola dell’anziana, si erano fatti consegnare 500 euro in contanti ma anche orecchini e gioielli per un valore che non era stato quantificato nel dettaglio ma che verosimilmente poteva aggirarsi attorni ai duemila euro. Beni che erano in un portafoglio e nella camera da letto dell’anziana.

Ad interrompere l’azione dei rapinatori era stata la seconda figlia che era sopraggiunta – la famiglia doveva riunirsi proprio quel pomeriggio, quando erano da poco passate le 14 – e che dalla finestra aveva visto quello che stava accadendo. Immediata era partita la segnalazione ai carabinieri che si erano precipitati sul posto, lungo quella quella strada panoramica che da Bellagio conduce al Ghisallo. All’arrivo tuttavia i rapinatori si erano già allontanati.

Le indagini, tra l’altro, sono ancora in corso perché il sospetto è che la banda potesse essere composta da almeno un’altra persona, se non due. Di certo, un terzo malvivente attendeva in auto i due ventenni di Dubino per poi scappare subito intuita la malaparata.

Le indagini avevano portato prima ad ascoltare le vittime – nessuno per fortuna era rimasto ferito nel corso della brutale rapina – poi a visionare le telecamere nel tentativo di risalire all’auto che era stata vista allontanarsi a tutta velocità, ovvero una Seat Ibiza. E dopo mesi di lavoro, i carabinieri della stazione di Bellagio sono riusciti a raccogliere elementi che hanno portato la Procura di Como a iscrivere sul registro degli indagati i nomi dei due ragazzi di appena vent’anni, che avrebbero agito in coppia assieme ad almeno un altro complice ancora ricercato, colui che guidava l’auto.

Parola alla difesa

Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la difesa avrà ora tre settimane di tempo per fornire al pm la propria versione di quanto viene contestato. Solo in seguito la Procura valuterà se chiedere o meno il processo. Il colpo era avvenuto in pieno giorno. La porta non era chiusa a chiave perché mamma e figlia aspettavano proprio il sopraggiungere dell’altra sorella, quella che ha poi lanciato l’allarme. Per questo i rapinatori avevano trovato tutto aperto facendo irruzione e minacciando le due vittime con un coltello puntato al collo.

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