La tedesca che vive per strada. Spingendo il carrello armadio

Porlezza Il caso della donna segnalato giorni fa tra Lugano e Gandria. Nelle ultime ore si è vista sulla pericolosa carrozzabile della Val Cavargna

Aveva suscitato stupore, la scorsa settimana, la presenza di una donna in strada con un carrello da supermercato: i lavoratori frontalieri l’avevano notata tra Lugano e Gandria, poi aveva varcato la dogana e imboccato la galleria di variante, con rischi e pericoli per lei e gli automobilisti; nel pomeriggio era stata notata ancora a Porlezza, diretta verso Menaggio, e domenica l’hanno vista in tanti avventurarsi verso Carlazzo centro e poi su ancora, verso la Cavargna, sempre spingendo il suo fedele carrello.

Il carrello con gli effetti personali

Sui social è diventata quasi virale e fioriscono commenti di ogni tipo, anche sulla presunta impossibilità di avvicinarla. In realtà i carabinieri l’hanno avvicinata, senza peraltro poter fare nulla. È una cittadina tedesca senza fissa dimora, in possesso comunque dei documenti. Nel carrello tiene i suoi effetti personali e un minimo di guardaroba, oltre a dei cartoni che utilizza presumibilmente come giaciglio durante la notte.

Nessuno può opporsi alla sua scelta di vita di girare per le strade senza una meta precisa, ma in strada, con un carrello da supermercato che spinge persino nelle gallerie, rappresenta un pericolo per sé e per gli altri; anche lungo la carrozzabile della Cavargna, sprovvista di marciapiedi, per un automobilista può risultare fatale trovarsela dietro una curva.

«Sono casi che andrebbero affrontati con un approccio innanzitutto sociale – è il parere di Giuseppe Iafolla, psichiatra ed ex direttore dei distretti Asl di Dongo e Menaggio – Da lì si possono poi fare le eventuali valutazioni sanitarie. Ma occorre riconoscere che il territorio non dispone più di quella rete che ben funzionava in passato e anche il servizio psichiatrico, con la chiusura del reparto all’ospedale di Menaggio, è venuto meno».

Il precedente

Riaffiora alla memoria il caso di Heinz Giundullis, cittadino tedesco di 76 anni, anch’egli senza fissa dimora, che dopo anni a girovagare in strada con addosso una divisa da militare d’altri tempi, nel gennaio 2021 venne travolto da un’auto a Porlezza; dopo le dimissioni dall’ospedale era rimasto per sette mesi a vivere nello spogliatoio del campo sportivo di Corrido, accudito da alcuni volontari locali. Il consolato tedesco di Milano ha sempre ignorato le ripetute segnalazioni e l’uomo, alla fine, è stato ricoverato in una struttura comasca, con i Comuni del Porlezzese che si suddividono la retta mensile.

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