
(Foto di archivio)
La riapertura del cantiere fissata per il 25 agosto, anche se ci vorranno settimane per una piena ripresa. Ma poi non ci saranno più alibi dopo le rassicurazioni del ministro Salvini sui cinquanta milioni di euro per l’impresa
Colonno
Sul cantiere della Variante della Tremezzina scorrono oggi i titoli di coda in vista della sosta estiva per le due settimane clou dell’esodo e del controesodo ferragostano. Già da alcuni giorni i camion della Variante si sono fermati e così né in questi primi otto giorni di agosto né negli ultimi giorni di luglio si sono registrate “volate” tramite esplosivo.
Ora, al netto di un cantiere che continua a viaggiare a ranghi ridotti (la ripresa è fissata per lunedì 25 agosto), soprattutto i primi giorni di settembre saranno interessanti per capire se l’intesa tra Anas e impresa è stata definitivamente - o meno - raggiunta. Sul tavolo ci sono 50 milioni di euro, che non risulterebbero sufficienti per garantire una copertura definitiva soprattutto per quel che concerne il trasporto e così lo stoccaggio (oltre ai costi di discarica) dei materiali di scavo in uscita da Colonno e così - in quota maggiore - dalla Ca’ Bianca di Griante.
Di certo quella di settembre non sarà una ripresa lampo, perché per riorganizzare il cantiere serviranno almeno tre-quattro settimane. Se di ripresa su ritmi celeri si parla, il discorso non potrà che avere una sua logica dai primi giorni di ottobre.
Da allora il cantiere della Variante non avrà più alibi, anche a fronte delle ampie rassicurazioni in tal senso fornite dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini durante l’ultimo summit in Prefettura. Rassicurazioni ribadite nei giorni scorsi dall’assessore regionale comasco Alessandro Fermi dopo un nuovo confronto con il ministro.
Certo è che non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto quello strettamente operativo le incognite non mancano.
Riprendere le “volate” su larga scala - e non una alla settimana, con un avanzamento di tre metri, come avvenuto da metà aprile in poi - significa anche predisporre un piano ben definito legato ai camion della Variante in uscita dai due portali, visti gli scarsi (o meglio praticamente nulli) spazi di accantonamento dei materiali stessi all’esterno dei due portali. Sul tavolo c’è la richiesta di far transitare i camion della Variante sette giorni su sette, non praticabile almeno sino a fine ottobre, anche se Anas ha fornito rassicurazioni sul fatto che i camion in uscita da Colonno andranno a sud e non più verso Tirano. Circostanza anch’essa da verificare.
Nel frattempo il tempo scorre inesorabile. Alla data del 10 aprile 2028 - indicata al momento della consegna totale dei lavori - mancano (ad oggi) 976 giorni. Data quella dell’aprile 2028 che non potrà in alcun modo essere rispettata, ma anche impone alcune importanti riflessioni sul modus operandi da adottare da qui ai prossimi mesi (ed ai prossimi anni). Tenendo conto anche di alcuni aspetti collaterali come il fatto che le due gallerie di servizio “Comacina” e “Perlana” verso Ossuccio non verranno più realizzate con l’utilizzo della “Tbm” (la fresa meccanica a piena sezione) bensì con lo scavo tradizionale. Da capire anche in questo caso con quali ripercussioni sui tempi di realizzazione di queste due gallerie che corrono parallele alla galleria principale.
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