L’inchiesta sul professore morto: lo sconcerto dei nipoti per il sequestro della salma. Donati gli organi

Griante La Procura indaga sul decesso di un pensionato dopo la segnalazione di un primario giunta alla direzione sanitaria

Docente di biochimica all’Università degli Studi di Milano, Severino Ronchi ha sempre portato Griante nel cuore. Un paese e una comunità che - ascoltando i racconti di chi l’ha conosciuto - gli trasmettevano un senso profondo di serenità. Negli ultimi anni, lo si vedeva poco, preferendo la tranquillità della bella villa con ampio giardino a due passi dalla chiesa parrocchiale. Era nato a Brembate il 18 novembre del 1935, ma la sua vita - insieme all’amata università - si era divisa tra Milano e Griante, dove peraltro la famiglia possiede una cappella di proprietà nel piccolo cimitero e dove Severino Ronchi sarà tumulato una volta ricevuto il nullaosta dalla Procura.

La notizia della presenza - discreta - dei carabinieri della stazione di Tremezzina all’ultimo saluto, celebrato dal parroco don Ferruccio Ortelli, si è sparsa rapidamente in paese. Peraltro prima che arrivasse lo stop alla tumulazione, sempre in base alle poche informazioni sin qui filtrate, all’ospedale Sant’Anna, in ossequio alle volontà di questo docente universitario dal carattere mite - “mai una parola fuori posto”, dicono in paese - si era proceduto all’espianto di una parte degli organi.

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Altra circostanza questa che rende ancora più fitto il mistero su questa vicenda. Visibilmente contrariati, in base al racconto di alcuni presenti, i nipoti (assente l’adorata sorella, sempre accanto a Severino Ronchi nei suoi soggiorni a Griante), cui i militari dell’Arma hanno dovuto comunicare direttamente in chiesa un quarto d’ora - forse meno - prima dell’inizio della cerimonia funebre quanto deciso dalla Procura.

Poi - con il nullaosta del magistrato - si è potuto dar corso almeno alla messa, prima che il carro funebre scortato dai carabinieri, raggiungesse l’ospedale di Menaggio. Un’immagine che difficilmente potrà essere dimenticata da chi giovedì pomeriggio si trovava nella chiesa parrocchiale che, data la sua ubicazione, sembra proteggere dall’alto Griante.

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