L’oligarca anti Putin sparito in Siberia. Abitava nella villa bunker di Mezzegra

Tremezzina Gli arresti domiciliari e il blitz dell’estrazione avvenuta nel marzo 2021. Da allora nessuna traccia di Andrey Smyshlyaev, ufficialmente residente a Gravedona

Portano dritte nelle misteriose lande della lontana Siberia le tracce di un caso internazionale che dal 2018 in poi ha tenuto banco anche tra Tremezzina (Mezzegra nella fattispecie) e Gravedona (in particolare nella frazione di Brenzio) e che ha visto coinvolto in prima persona Andrey Smyshlyaev, 50 anni, magnate russo arrestato nel maggio 2019 sul lungolago di Como per bancarotta fraudolenta dalla squadra mobile cittadina e in meno di due anni rimpatriato via Linate.

L’intrigo

Una vicenda che il nostro giornale aveva raccontato in presa diretta e che ora il “Corriere della Sera” ha arricchito di nuovi dettagli, spiegando che una volta giunto in patria l’ormai ex magnate è finito in Siberia «nel massimo isolamento, con difficoltà anche nella stessa sopravvivenza». Niente a che vedere dunque con lo stile di vita tenuto sino all’arresto nella blindatissima villa con piscina a sfioro in quel di Mezzegra, lontana da qualsiasi sguardo indiscreto.

Lì Andrey Smyshlyaev - figlio del potente governatore della regione di Ufa, ricchissima di industrie e crocevia di importanti commerci - aveva trascorso una parte degli arresti domiciliari, assistito sino al 2019 dall’avvocato, esperto in diritto internazionale, Alexandro Maria Tirelli.

Poi il cambio di legale e l’epilogo della vicenda, che all’epoca era stata inquadrata come politica da un lato perché la somma contestata era stata definita esigua rispetto ad un patrimonio familiare di assoluto rispetto e dall’altro perché la Russia aveva fatto pressioni per riavere in patria il magnate, definito “persona sgradita” allo zar Vladimir Putin.

Pare che anche la famiglia - ricordando che al momento dell’arresto Andrey Shyshlyaev ufficialmente risiedeva a Gravedona - abbia provato più volte a mettersi in contatto, senza fortuna, dopo il repentino ritorno in patria.

Ex proprietà Bonomi

A Mezzegra, il magnate oggi cinquantenne aveva acquistato la proprietà Bonomi, edificando una villa da oltre 7 milioni di euro, con un ampio parco e ben due piscine, di cui - come detto - una a sfioro.

Peraltro sono spuntate altre proprietà in quel di Londra, dove - stando alle pochissime indiscrezioni sin qui filtrate - il magnate avrebbe incontrato una ristretta cerchia di oligarchi non allineati con lo “zar” Putin. Secondo quanto si è appreso la villa bunker di Mezzegra risulta oggi disabitata.

Non c’è più nessuno

A stretto giro dopo il nuovo arresto, la famiglia si è trasferita altrove e così anche il custode ha lasciato la dimora, oggi chiusa ed in attesa di conoscere il proprio destino. Una vicenda che sicuramente ha destato parecchio clamore sia sul lago che nei rapporti tra i due Paesi, anche perché - sempre secondo quanto si è appreso - il rimpatrio di un magnate di questo spessore non avrebbe precedenti specifici almeno sino al 2021.

Da segnalare infine che dalla Russia era poi giunta la notizia che la bancarotta sarebbe stata ben più rotonda dei 40 mila euro (equivalenti) inizialmente annunciati, con un importo - da prendere con le pinze - di un crack superiore ai 36 milioni di euro.

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